di Samuel Cogliati

19 marzo 2020

No, quella che stiamo vivendo non è una vacanza, e non durerà 15 giorni. Fonti autorevoli ci dànno un quadro che, per quanto sfocato, parla già abbastanza chiaro. Marco Cattaneo, direttore di Le Scienze, Mind, National Geographic Italia e National Geographic Traveler, avverte: “Mettiamola così. Se tutto va bene, ma proprio bene, facciamo una festa a Ferragosto (ma proprio se ci dice culo eh, a essere molto ottimisti, ma meglio pochi e selezionati e senza gli amici stranieri)”.

Di questi tempi invece torna utile sapere, oltre che un po’ di biologia, anche un po’ di storia. Perché quella che sta accadendo ora è storia, della più rilevante. Siamo in una situazione simile alla guerra, e non solo per i morti. La devastante epidemia di covid-19 sta non solo creando un’emergenza sanitaria mai vista da decenni, ma sta anche mettendo in ginocchio il funzionamento stesso dell’Italia. E con lei, probabilmente solo un po’ più tardi, anche di tante altre nazioni.

Se non fosse chiaro, questo significa che, se continuiamo ad ammalarci e a morire così tanti assieme, dopo il sistema sanitario rischiano di andare in tilt altri servizi: rifornimenti di beni, trasporti, chissà forse anche servizi fondamentali, come quelli energetici. Perché tutto questo, che a noi sembra naturale e scontato, non va avanti da solo, ma ha bisogno di persone, di risorse e di mezzi.

Ora, il primo obiettivo è fermare questa spirale. Il secondo è evitare che i danni creati già adesso da questa situazione abbiano ripercussioni e strascichi troppo gravi e troppo lunghi. Se no l’economia impiegherà una vita a rialzarsi, si creeranno tensioni e violenze sociali enormi, come accade sempre quando scarseggiano le risorse e cala il benessere materiale, e ci occorreranno grossi aiuti esterni (soldi, mezzi, personale, ecc.) da paesi più forti. Questi aiuti, però, che vengano dal Fondo monetario internazionale, dagli Stati Uniti o dalla Cina, non sono mai a fondo perduto, ma ce li chiederanno indietro con gli interessi per anni, forse decenni.

La buona notizia è che, anche senza farmaci e senza vaccino, abbiamo un’arma per contrastare questa catastrofe: evitare i contatti sociali, che sono il mezzo usato dal virus per diffondersi. Quindi, se ci tenete al vostro futuro:
RESTATE A CASA
• anche se state bene, uscite solo ed esclusivamente se non avete alternative (potreste essere asintomatici e contribuire a diffondere il virus)
• evitate atteggiamenti da cosiddetti “furbetti” (farvi prestare il cane, pensare che tanto non incrocerete nessuno, pensare che non state facendo nulla di male, ecc.), che furbi non sono affatto, ma anzi irresponsabili
• sensibilizzate parenti, amici, conoscenti
• rispettate le regole di igiene che stiamo ripetendo fino alla nausea

Questa tragedia si ferma così. Non si tratta di andare al fronte (a quello ci stanno pensando medici e personale sanitario e para-sanitario, cui dovremo gratitudine concreta!), ma di essere solo un po’ intelligenti e disciplinati.
Restate a casa: per voi, per i vostri cari, per i vostri prossimi, per il vostro paese, per il vostro futuro. Restate a casa.

cogliati@possibiliaeditore.eu 

home-sweet-home-1393955218kta