di Samuel Cogliati

• 25 ottobre 2021 •

Jean-François Ganevat ha venduto il proprio domaine, di cui resterà consulente. La notizia non è più un’indiscrezione in anteprima ma una conferma ufficiale.
Uno dei più iconici vignerons dello Jura, i cui vini sono ormai da tempo assurti nell’olimpo della qualità d’Oltralpe (e purtroppo della rarità e della speculazione finanziaria) ha dichiarato alla Revue du Vin de France di aver ceduto vigne, cantine, riserve di vino e marchio personale al russo domiciliato a Ginevra Alexander Pumpyansky.Interrogato sul prezzo di vendita, Ganevat ha risposto: «Posso dirle il prezzo delle vigne: ho venduto a 48.000 euro l’ettaro, il che è irrisorio a fronte della qualità dei vini che produciamo qui. Ma non ho voluto destabilizzare il mercato fondiario dello Jura. Anzi ho anche tenuto qualche appezzamento per me». Il vigneron ha anche spiegato che la sua decisione è stata dettata dal timore dell’impatto delle tasse di successione, che in Francia sono altissime e costringono spesso le aziende viticole a frammentare la proprietà, quando non gli eredi a rinunciare.Quando si trovano sul mercato, i vini di Ganevat hanno ormai frequentemente sforato il tetto dei due zeri, cosa infrequente nello Jura. Il che stride con il prezzo di vendita dell’azienda.
Ma ancora più stridente è il paragone con i prezzi delle terre della dirimpettaia Borgogna, che per una qualità dei vini bianchi equivalente se non inferiore, si attestano mediamente sulle seguenti cifre (dati ufficiali Safer 2019): 45.000 €/ha per l’appellation regionale Bourgogne, 775.000 €/ha per le appellations village, 1.650.000 €/ha per i Premiers crus, 6.500.000 €/ha per i Grands crus. •


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(testi e immagini © tratte da JURA. Il territorio, i vignaioli, i vini, di François Morel e Samuel Cogliati, Possibilia Editore)