(fotografia © Samuel Cogliati – l’immagine ha il solo scopo di illustrare in modo generico l’argomento)

di Samuel Cogliati

13 dicembre 2020

Questa mattina mentre facevo colazione il mio sguardo assonnato si è fissato sul coperchio del vasetto di confettura. Vi campeggiava il logo dell’agricoltura biologica. E si è fatto largo nella mia mente un pensiero agghiacciante.
In ultima analisi, almeno in termini teorici molto spicci, che cosa intende dimostrare quel bellissimo logo verde a forma di foglia? Che il prodotto non contiene sostanze nocive per l’ambiente né per la salute umana, o ne contiene in quantità ridotta (e “accettabile”). 

Se questo è vero, ciò significa anche che tutti i prodotti che non sono biologici contengono sostanze nocive. Il che riflette la follia della società che abbiamo creato o contribuito a creare.
Se invece questo fosse falso, significherebbe: primo che il logo e le certificazione biologici rispondono all’intento precipuo di intercettare una fascia di mercato (dunque di profitto) che sarebbe altrimenti persa; secondo, che sul piano sostanziale il biologico è vuoto e inutile: una grande truffa. 

Non so quale dei due scenari – vero o falso – sia più terrificante. Probabilmente né l’uno né l’altro sono credibili, perché come sempre la realtà è molto più complessa e sfumata. Ma le basi concettuali della questione fanno davvero paura. •

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