Altre riflessioni sulla Champagne e i suoi vini. Questa volta in cantina.

di Samuel Cogliati 
 
18 settembre 2018
 
Questa sera, assieme a Giorgio Fogliani presentiamo all’enoteca Vino di Milano l’ultimo nato in casa Possibilia: CHAMPAGNE. I VINI FERMI: ROSSI, ROSATI, BIANCHI.
 
Intanto ieri sera a Rubano (PD), assieme all’associazione culturale Arte & Vino abbiamo presentato tutta la trilogia champenoise, con la soddisfazione di una sala piena e il piccolo rimpianto di una lista d’attesa che non è stato possibile accontentare. Ci riproveremo.
 
Nella lunga chiacchierata sulla Champagne e i suoi vini, a farci compagnia cinque vini ben selezionati dall’associazione. L’assaggio ha per me evidenziato un aspetto interessante. Tra le cuvées scelte, un brut sans année base 2010 e due millesimati 2009. In due casi, nonostante 8-9 anni di età, la spina acida del vino risultava ancora indurita. Si trattava di champagne per i quali il vinificatore aveva optato per un’inibizione della malolattica.
 
Ovviamente la base statistica in questo caso è nulla; semplicemente gli esempi di ieri vanno a sommarsi ad altri, numerosi assaggi di champagne elaborati secondo questa medesima scelta, che per vari motivi (primo tra tutti il surriscaldamento climatico globale) si sta facendo sempre più largo. E più passa il tempo, più crescono in me i dubbi che sia la soluzione idonea, o quanto meno generalizzabile. E che probabilmente la questione stringa rapporti con almeno due altri temi: il dosaggio della liqueur e, soprattutto, la gestione agronomica in vigna.  
Dossier da seguire.