di Samuel Cogliati
3 marzo 2020
Calma. Non stiamo vivendo una fiammata estemporanea, bensì un problema di medio-lungo periodo, che richiede un ripensamento e una riorganizzazione del nostro modo di vivere. Le fonti ben informate ci spiegano che il nuovo Coronavirus resterà con noi per mesi, e che probabilmente tornerà a manifestarsi in futuro*. Il problema principale è che, se ci ammaliamo in tanti contemporaneamente, gli ospedali andranno in crisi e faticheranno a curarci.
Quindi:
per favore, non fate come se non fosse successo nulla.
Per favore, non create panico inutile.
Per favore, verificate le fonti delle informazioni che circolano e citate solo fatti e dati attendibili.
Per favore, non sminuite la situazione, accusando di allarmismo o denigrando chi è spaventato.
Per favore, non lasciatevi andare a esternazioni eroiche.
Per favore, state vicini e siate presenti e collaborativi con i vostri prossimi.
Per favore, rispettate scrupolosamente le indicazioni e i decaloghi di medici e istituzioni: ne sanno molto più di noi, quindi non criticateli con “ragionamenti di pancia”.
Per favore, contribuite a mitigare la diffusione del virus evitando le attività non necessarie.
Per favore, fate ogni giorno uno sforzo di sacrificio e pazienza.
Rispetto alle epidemie del passato, abbiamo grandi vantaggi: una sanità efficiente (se limitiamo il numero dei casi con i nostri comportamenti) e mezzi tecnologici che ci permettono di informarci bene (quindi di agire meglio) e di non isolarci (telefoni, internet); usiamoli con raziocinio.
Quest’esperienza collettiva ci metterà alla prova sul piano della responsabilità civica, come società. Dimostriamoci membri consapevoli della nostra società, non individui che agiscono a caso.
* Christian Drosten, direttore dell’istituto universitario di virologia Charité di Berlino, Germania, sostiene che il 60-70% della popolazione tedesca rischi di essere contagiata, e che la presenza del virus potrebbe durare due anni o più.