[immagine © Ketchup Entertainment]

di Samuel Cogliati Gorlier 

• 10 marzo 2024 • 

Memory, di Michel Franco, è un buon film. Non sempre la sceneggiatura tiene perfettamente, mostrando qua e là qualche piccola screpolatura di prevedibilità e di modesta ispirazione: la definizione e la ragion d’essere dei personaggi è un po’ sbrigativa e semplicistica, così come alcune dinamiche interpersonali. Questo però non basta a inficiare la profondità della vicenda. 

Questo lungometraggio, infatti, non poggia certo sulla trama, tutto sommato esile, ma su alcuni di cardini umani e psicologici. Il peso della memoria, non tanto da intendersi come la compromessa facoltà di ricordare dei due protagonisti, quanto sulla trasmissione, quasi ereditaria, delle colpe e delle sofferenze, di generazione in generazione. La portata e l’impatto della sofferenza psicologica personale nella quotidianità. Infine la capacità e la necessità lenitive, se non risolutive, dell’amore. Non l’amore erotico, che pure si impadronisce dei protagonisti, bensì l’amore in senso lato, che consiste nell’essere voluti, accolti, sostenuti reciprocamente. 

Punto di forza della pellicola, le eccellenti interpretazioni di Peter Sarsgaard e soprattutto di Jessica Chastain, entrambi capaci di conferire profondità, personalità e credibilità a due personaggi non al riparo, come detto, da qualche innocua leggerezza della sceneggiatura. • 

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