(Saint-Émilion – fotografia di Jordy Meow)

Saint-Émilion Grand cru: lo Château Beauséjour HDL passa di mano col benestare dello Stato 

di Samuel Cogliati

8 aprile 2021

La notizia è semplice: lo Château Beauséjour Héritiers Duffau-Lagarosse, Premier Grand cru classé B di Saint-Émilion, nel Bordolese, è stato venduto. Non si è trattato però di una vendita ordinaria, bensì di un passaggio di mano che ha richiesto l’intervento della sezione locale della Safer (Société d’aménagement foncier et d’établissement rural), società anonima operante sotto l’egida dei ministeri dell’Agricoltura e delle Finanze, pensata per disciplinare l’organizzazione fondiaria, economica (e indirettamente politico-sociale) del territorio agricolo, nel più puro stile dirigista francese, ma di cui fanno parte vari attori privati (tra cui alcune banche).

L’intervento della Safer è stato richiesto dai precedenti proprietari, i discendenti Duffau-Lagarosse, dopo che Beauséjour HDL era stato inizialmente aggiudicato, solo pochi mesi fa, nel novembre 2020, alla famiglia Cuvelier, già proprietaria di altri grandi châteaux bordolesi, in particolare il Clos Fourtet (anch’esso GCC di Saint-Émilion). Ma la procedura aveva evidentemente suscitato tensioni e disaccordi (non rari a Bordeaux in questi casi); tanto da richiedere l’arbitrato della Safer. La quale, dopo aver disposto il bando, raccolto le offerte ed essersi riunita (il 18 marzo) per valutarle per mezzo del proprio comitato tecnico, ha poi passato la palla al relativo consiglio di amministrazione, composto di rappresentanti del mondo agricolo, degli enti locali e dello Stato.

E la Safer ha deciso, ribaltando le previsioni iniziali e attribuendo la proprietà del Grand cru a Joséphine Duffau-Lagarrosse, discendente trentenne della famiglia che detiene lo château dal 1847, sostenuta dalla società Beauséjour Courtin, che fa capo al gruppo cosmetico Clarins. Una nuova operazione tra i vasi comunicanti dell’economia vinicola e di quella della cosmesi, due settori trainanti del lusso d’Oltralpe.
La Safer spiega di aver deciso in tal senso per evitare di «dividere la proprietà delle vigne, al fine di non ostacolare il mantenimento della classificazione Saint-Émilion Premier Grand cru classé», per «sostenere un progetto di agricoltura sostenibile, rispettoso della biodiversità» e per «mantenere il legame storico tra questa tenuta viticola e uno dei membri della famiglia Duffau-Lagarosse». Tale decisione, precisa la Safer, è stata «accreditata dai commissari del governo in rappresentanza dei ministeri dell’Agricoltura e delle Finanze».

Curiosa e intricata realtà, il Bordolese. Qualunque siano le implicazioni di questa rocambolesca vicenda, a parlare chiaro sono i numeri. Lo Château Beauséjour HDL è stato aggiudicato per 75 milioni di euro, per una superficie di 6,24 ettari. Il che dà un valore di 12 milioni di euro l’ettaro. L’azienda produce una media di circa 20mila bottiglie l’anno del grand vin, ovvero il vino principale. Ogni ettaro dà dunque più o meno 3-4.000 bottiglie. Oggi le annate recenti di questo vino costano un centinaio di euro mal contati a bottiglia. Sembra legittimo pensare che le quotazioni siano destinate a salire, portando un altro grand vin francese fuori dalla sfera d’azione della maggior parte dei portafogli. Peccato, i ricordi che ho dell’ultimo assaggio (era un millesimo 2011) sono di un buon vino. •

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