(fotografia © Samuel Cogliati)

di Samuel Cogliati

22 aprile 2020

Che senso ha produrre un vino fermo in Champagne? Operazione complicata, rischiosa, faticosa, antieconomica. Che senso ha fare un coteaux-champenois, e che senso ha acquistarlo e degustarlo? 

La questione è articolata e complessa, ma talvolta un bouzy rouge 2014 può spiegarla con chiarezza. E in realtà, più che le parole, parlano in fatti, i sensi, le sinapsi. 

Bel colore granato leggero e diafano. 
Naso cristallino, assai varietale di pinot noir, appena laccato, più linfatico che polposo. Spezie e precisione esemplare. 
La bocca è franca, nervosa, limpida, succosa. Ovviamente ancora giovanile, metodicamente corrispondente, minerale nel suo sapore di ferro. La trama tannica è tesa e patinata. La lunghezza sublime. 
Un vino elegante, fine, aereo ma anche molto concreto. Razza e stile. 
Molto buono. 
[80% pigiadiraspatura, 20% grappoli interi, macerati 18 giorni. Fermentazione spontanea. Malolattica e affinamento in botte piccola per 11 mesi. Prezzo verosimile in enoteca, per l’ultima annata, 55-60 euro]


Per scoprirne e capirne di più, un malcelato conflitto d’interessi: Champagne. I vini fermi: rossi, rosati, bianchi, Possibilia Editore, 2018.