Dopo anni di contenzioso, l’AOP va verso l’autorizzazione ufficiale della produzione industriale, con latte pastorizzato e solo in minima parte normanno

di Samuel Cogliati

marzo 2018

La notizia è di qualche giorno fa, ed è passata pressoché sotto silenzio. Il camembert de Normandie AOP (Appellation d’origine protégée) potrà presto essere prodotto legalmente anche su scala industriale, con latte pastorizzato e proveniente solo al 30% da vacche di razza Normande allevate in Normandia.
È questo il risultato del gruppo di lavoro voluto dall’INAO (Institut national de l’origine et de la qualité) su una spinosa e annosa questione, che oppone i produttori artigianali di autentico camembert da latte crudo normanno, fatto a mano, e gli industriali – condotti in primis da Lactalis (che detiene il 95% della produzione su larga scala di questo tipo di formaggio). Sinora questi ultimi si erano aggrappati alla fuorviante dicitura “camembert fabriqué en Normandie“, evidentemente evocativa dell’AOP. Dal 2020 potranno legalmente accedere all’appellation, accettando di garantire almeno il 30% di latte regionale, e di pagare meglio i fornitori. 
La contropartita legislativa per i casari artigianali sarà l’istituzione di una nuova denominazione d’origine (probabilmente “Véritable Camembert de Normandie”, ossia “Vero Camembert di Normandia”, nella quale l’infelice scelta dell’aggettivo la dice lunga…). 

Al di là delle questioni tecniche e organolettiche – e delle apparenze di risibile questione sciovinista –, la notizia dà la misura di come si continui a orientarsi verso una spoliazione del significato delle denominazioni d’origine, sempre più asservite ai poteri forti e alle pressioni dell’industria. Non abbiamo a che fare con implicazioni ideologiche, bensì con la validazione ufficiale di processi produttivi agroindustriali insalubri e anacronistici (su cui Possibilia tornerà presto a esprimersi). L’altro risvolto della medaglia è la penalizzazione sistematica – diretta o indiretta – delle piccole produzioni artigianali, spesso messe sullo stesso piano dell’agroindustria, senza però averne i mezzi, e dunque a fortissimo rischio di soccombere. 

Maggiori dettagli sul sito dell’associazione Fromages de Terroirs: http://www.fromages-de-terroirs.com/actu-from.php3?id_article=1947

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