Il periodico
Dopo una laboriosa (e avventurosa) preparazione, a ottobre 2009 esce il
numero zero di www.possibilia.eu periodico online per curiosi. Una realizzazione
che riflette l'orizzonte libero e senza preconcetti della nostra linea editoriale.
Da subito, un gruppo di autori aderisce al progetto, alcuni dei quali formano
il nucleo redazionale più stabile.
Possibilia si non si propone di fare informazione in senso stretto: tante
altre testate più veloci e attrezzate ricoprono già questo ruolo. La nostra
rivista desidera offrire ai suoi lettori contenuti insoliti, dando diritto
di cittadinanza a temi o chiavi di lettura spesso trascurati o snobbati.
Un periodico generalista a 360 gradi? Solo in parte. Possibilia non funziona
per compartimenti tematici, ma per modalità di approccio alla materia. Accoglie
così una sezione per Dilettarsi, una per Pensare e una per Sorridere. Si
aggiungono una sezione di News - la sezione “d'attualità” della testata
- e una sezione destinata ai Pubbliredazionali, con lo scrupolo di mantenere
eticamente distinti contenuti commerciali e redazionali, valorizzando così
entrambi.
Con la nuova versione della rivista, inaugurata nel 2012, abbiamo deciso
di aggiungere una sezione (le Rubrilie) dedicata alle nostre passioni: il
vino, il rugby e il viaggio.
Contatta la redazione: redazione@possibilia.eu
I libri
Nel 2010, gli esiti incoraggianti della rivista e il desiderio di ampliare
il progetto editoriale dànno vita alla parte cartacea della nostra attività.
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foto di Arianna Pantaleo |
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Modi di fare
e di pensare Diapositive
cinesi Tre “istantanee” dal
più grande Paese del mondo. di Francesca
Capozzo |
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In Cina il taxi è uno dei mezzi di trasporto più utilizzati dai turisti,
principalmente per le tariffe convenienti: una corsa di 30 minuti
potrebbe costarvi solo 10 centesimi di euro. Tuttavia questa non è
l'unica ragione per provare l'ebbrezza di una corsa. Attraversare
le grandi metropoli cinesi con tale mezzo di trasporto significa vivere
“un viaggio nel viaggio”. Infatti ogni taxi o chuzuche rispecchia
la personalità del proprietario, quindi il tragitto percorso è anche
un viaggio “interno” nella tradizioni o nelle abitudini cinesi.
Uno dei tratti che accomuna quasi tutti i chuzuche è l'odore
di cibo che li pervade. Si è sollecitati da un'infinità di odori,
alcuni piacevoli, altri meno: ce n'è per tutti i gusti.
Per altri tassisti, invece, vige una stretta relazione tra il chuzuche
e la loro abitazione. Ecco quindi che il taxi è decorato con tendine
ricamate a mano che ricoprono quasi interamente l'interno dell'automobile,
creando non pochi problemi di visibilità. Ma, per quanto mi riguarda,
il premio per l'ingegnosità va sicuramente a una tassista di Beijing
che legando le due estremità di una corda a sostegni appositamente
realizzati ha dato vita a uno stendibiancheria che non cessa di essere
utilizzato durante il servizio di trasporto.
Uno dei “rituali” cinesi più praticati è la contrattazione. Dalla
teiera alla borsa contraffatta, dal capo di abbigliamento al classico
souvenir, tutto deve essere necessariamente contrattato. Per la cultura
cinese non si può prescindere da questa pratica in cui è previsto
che il venditore proponga un prezzo eccessivo che sarà via via abbassato.
Paradossalmente, potrebbe capitare che lo stesso commerciante desse
al cliente il privilegio di proporre il prezzo iniziale.
Quasi inconsapevolmente, questa pratica lunga ed estenuante (pensate
che può durare anche 20 minuti) diventa familiare per chiunque. Ecco
quindi che dopo qualche giorno di permanenza in Cina, l'occidentale
più scaltro adotta la tattica vincente per avere la meglio sul venditore,
ovvero la simulazione. Se i risultati ottenuti con una contrattazione
verbale sono scarsi, potete ricorrere a questa tattica che consiste
nel fingere disinteresse rispetto a un prodotto, simulando la vostra
uscita di scena dal “campo di battaglia”. Non c'è da stupirsi se dopo
pochi secondi il venditore vi rincorre urlando a gran voce «Your price,
your price!!!» [«Faccia il suo prezzo, faccia il suo prezzo!!!»].
Non siate ingenui poiché con questa espressione il venditore non alza
bandiera bianca, anzi, queste parole sono pronunciate solo per rilanciare
la contrattazione. La tattica della simulazione richiede molta pazienza,
poiché le circostanze avverse potrebbero richiedere diverse repliche
della suddetta strategia.
Un consiglio: evitate di iniziare una contrattazione quando non siete
sicuri di volere davvero un oggetto. La quantità di cianfrusaglie
esposte o il desiderio di cimentarsi nel rituale della contrattazione
per piacere personale o per impratichirsi possono portare il turista
a intavolare una trattativa senza un reale interesse per l'oggetto
in questione. A contrattazione iniziata, però, è molto difficile riuscire
a tirarsi indietro a causa dell'insistenza del venditore e se quest'ultimo
accetta la vostra offerta, avanzata senza un reale interesse, sarete
comunque costretti ad acquistare la merce. Infatti il rifiuto è considerato
come un'offesa, come mancanza di rispetto. Per spiegare questa percezione
del rifiuto deve essere introdotto il concetto di mianzi (ovvero
di “faccia”) che implica avere uno status rispetto a coloro con cui
abbiamo a che fare, quindi, con cui negoziamo e contrattiamo. Questo
concetto implica una serie di comportamenti strutturati e regolati
per evitare di perdere la “faccia”. Il venditore che ha cercato di
compiacere l'acquirente percepisce il rifiuto come una perdita di
onore, inammissibile per la cultura cinese.
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foto di Arianna Pantaleo |
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Durante un viaggio càpita spesso di chiedere a qualche passante di
scattarci una foto, mentre è inusuale che uno sconosciuto voglia fare
una foto con voi. Ebbene in Cina questa situazione si verifica più
frequentemente di quanto pensiate.
Capita spesso che dopo aver posato con i propri amici di fronte a
un luogo storicamente rilevante, un gruppo altrettanto numeroso di
cinesi si aggiunga a voi con disinvoltura per poter fare una bella
foto di gruppo!!!
Talvolta, invece, può capitare che qualcuno vi chieda gentilmente
di tenere in braccio un bambino (presumibilmente suo figlio, ma, vista
la vostra presenza forzata e artificiosa nella foto, non si può esserne
certi) per poter scattare una foto con voi e il piccolo.
Altri cinesi, invece, di fronte a un gruppo numeroso mettono in atto
una vera e propria selezione: seguendo alcuni criteri a noi sconosciuti,
infatti, essi individuano coloro che verranno immortalati nella foto,
scartando, di conseguenza, gli altri ragazzi del gruppo.
Come interpretare questa usanza? Nonostante un mese di permanenza
in questo Paese affascinante non sono riuscita a comprendere la ragione
di questa bizzarra consuetudine. Francesca
Capozzo studia Lingue e Relazioni internazionali all’Università
Cattolica di Milano. Si interessa di cultura e lingua cinese e delle
dinamiche politiche e economiche internazionali |
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