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Il periodico
Dopo una laboriosa (e avventurosa) preparazione, a ottobre 2009 esce il
numero zero di www.possibilia.eu periodico online per curiosi. Una realizzazione
che riflette l'orizzonte libero e senza preconcetti della nostra linea editoriale.
Da subito, un gruppo di autori aderisce al progetto, alcuni dei quali formano
il nucleo redazionale più stabile.
Possibilia si non si propone di fare informazione in senso stretto: tante
altre testate più veloci e attrezzate ricoprono già questo ruolo. La nostra
rivista desidera offrire ai suoi lettori contenuti insoliti, dando diritto
di cittadinanza a temi o chiavi di lettura spesso trascurati o snobbati.
Un periodico generalista a 360 gradi? Solo in parte. Possibilia non funziona
per compartimenti tematici, ma per modalità di approccio alla materia. Accoglie
così una sezione per Dilettarsi, una per Pensare e una per Sorridere. Si
aggiungono una sezione di News - la sezione “d'attualità” della testata
- e una sezione destinata ai Pubbliredazionali, con lo scrupolo di mantenere
eticamente distinti contenuti commerciali e redazionali, valorizzando così
entrambi.
Con la nuova versione della rivista, inaugurata nel 2012, abbiamo deciso
di aggiungere una sezione (le Rubrilie) dedicata alle nostre passioni: il
vino, il rugby e il viaggio.
Contatta la redazione: redazione@possibilia.eu
I libri
Nel 2010, gli esiti incoraggianti della rivista e il desiderio di ampliare
il progetto editoriale dànno vita alla parte cartacea della nostra attività.
Vai a www.possibiliaeditore.eu |
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foto Champagne Bruno Paillard |
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VINO Bruno
Paillard Assemblage 2002 Uno
champagne coerente con lo stile della maison: qualcuno lo chiamerà
“minerale”, ma è senza sussulti. di
Samuel Cogliati |
giugno 2012
C’era Monsieur Bruno Paillard in persona alla presentazione in anteprima
mondiale della cuvée “Assemblage” 2002, all’hotel La Palma di Stresa
(VB). Questo millesimato è frutto di un’annata considerata molto buona
in Champagne: calda e asciutta, con una maturazione graduale che ha
consentito una certa armonia tra lo sviluppo tecnologico e quello
fenolico del potenziale dell’uva. Relativamente tardiva (a metà settembre)
la vendemmia.
L’Assemblage 2002 - ornato in etichetta da un’opera inedita del pittore
francese Louis Cane, ispirata alle ninfee, una tradizione di casa
Paillard che fa inevitabilmente pensare allo Château Mouton - è fatto
con la sola cuvée (niente taille) di otto grand
cru e premier cru della Marne, tra cui Oger e Mailly. L’assemblaggio
è pinot noir 47%, chardonnay 42% e pinot meunier 11% (quindi molto
meno meunier del predecessore 1999, che ne aveva 29%). Nove anni sui
lieviti, fino alla sboccatura (nel nostro caso di luglio 2011 - sapientemente
un anno prima della commercializzazione); poi dosaggio con liqueur
tradizionale (vino e zucchero di canna) di 5 grammi/litro.
L’Assemblage 1999 si acquista in enoteca in genere tra 65 e 80 euro.
È presumibile che il 2002 - commercializzazione da inizio luglio 2012
- abbia più o meno lo stesso prezzo. In Italia i vini Bruno Paillard
(www.champagnebrunopaillard.com) sono distribuiti da Luca Cuzziol
(www.cuzziol.it). La degustazione
Champagne brut “Assemblage” 2002 Bruno Paillard
Colore dorato.
Naso un po’ laccato e resistente, su note di frutta tropicale e spezie
(chiodo di garofano, cannella), stretto attorno a sensazioni resinose
un po’ dure.
Bocca stretta tra una spiccata acidità, un sentore laccato che torna,
una certa presenza fisica fatta di una carbonica quasi violenta e
di un’acidità pronunciata.
Il finale non è molto elegante, dominato da note amare quasi medicinali.
Nonostante quasi dieci anni di vita - e una lunga maturazione
sia pre, sia post sboccatura -, il vino appare connotato da una rigida
tessitura gustativa. Fatica a esprimersi, mentre la collocazione a
tavola (con i formaggi, ma anche su una pasta riccamente condita con
sughi di carne, ad esempio), gli dà modo di spendere un po’ della
sua nervosa muscolarità. Nonostante ciò, questo 2002 non convince:
gli fanno difetto purezza, libertà e definizione espressive. Ma evidentemente
non è stato concepito con questo spirito.
Dopo aver assaggiato anche il brut Première cuvée e il brut Première
cuvée rosé - che non riprovavamo da tempo - l’impressione è un’indubbia
coerenza stilistica tra i vari vini di questo négociant-manipulant
da 500mila bottiglie l’anno. Uno stile costruito su vini evoluti (la
maison vanta un ampio uso di vin de réserve), alla ricerca
di una certa presenza fisica, anche a discapito della finezza.
Scrivici: redazione@possibilia.eu
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