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Il periodico
Dopo una laboriosa (e avventurosa) preparazione, a ottobre 2009 esce il numero zero di www.possibilia.eu periodico online per curiosi. Una realizzazione che riflette l'orizzonte libero e senza preconcetti della nostra linea editoriale.
Da subito, un gruppo di autori aderisce al progetto, alcuni dei quali formano il nucleo redazionale più stabile.
Possibilia si non si propone di fare informazione in senso stretto: tante altre testate più veloci e attrezzate ricoprono già questo ruolo. La nostra rivista desidera offrire ai suoi lettori contenuti insoliti, dando diritto di cittadinanza a temi o chiavi di lettura spesso trascurati o snobbati. Un periodico generalista a 360 gradi? Solo in parte. Possibilia non funziona per compartimenti tematici, ma per modalità di approccio alla materia. Accoglie così una sezione per Dilettarsi, una per Pensare e una per Sorridere. Si aggiungono una sezione di News - la sezione “d'attualità” della testata - e una sezione destinata ai Pubbliredazionali, con lo scrupolo di mantenere eticamente distinti contenuti commerciali e redazionali, valorizzando così entrambi.
Con la nuova versione della rivista, inaugurata nel 2012, abbiamo deciso di aggiungere una sezione (le Rubrilie) dedicata alle nostre passioni: il vino, il rugby e il viaggio.

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I libri
Nel 2010, gli esiti incoraggianti della rivista e il desiderio di ampliare il progetto editoriale dànno vita alla parte cartacea della nostra attività.
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LUOGHI

Aromando è il cognome
Convincente il bistrot culinario di via Moscati a Milano. Noi ci torneremo.

di Samuel Cogliati



giugno 2013

Certo, la serata climaticamente perfetta - di quelle così rare a Milano - ne ha aiutato l'esito. Ma a noi il Bistrot Aromando è proprio piaciuto. Abbiamo anche avuto la fortuna del tavolo migliore, proprio sulla soglia di una porta spalancata sul dehors, con quell'accenno di corrente che ha reso tutto ancora più gradevole. Per di più con sedie comode, il che forse non è altrettanto vero per quelle dei tavoli vicini, a prima vista un po' inquietanti...

In ogni caso, innanzi tutto, ci ha convinti la cucina di Cristina Aromando: carne cruda al coltello e insalata di asparagi con salmone affumicato e uova di quaglia all'antipasto, entrambi ben centrati ed eseguiti. (Meno convincenti la mise en bouche di crema di cipolle e patate, piacevole ma piuttosto scontata, e il burro abbastanza anodino, da spalmare su un buon pane più o meno integrale, preparato - pare - con lievito madre e farine bio). Molto buoni i primi: gnocchi quasi in guazzetto con frutti di mare, e tortelli d'anatra in salsa d'uovo e tartufo estivo (quest'ultimo a dire il vero poco significativo). Siccome le porzioni sono salutarmente adeguate, invece del secondo abbiamo optato poi per un altro antipasto: guancia di tonno con fagioli: saporito e autentico.
In cucina la mano è abbastanza generosa ma non eccessiva; gli ingredienti di buona qualità.

La carta dei vini di Savio Bina è assolutamente all'altezza, varia sia per provenienza - Italia ma anche molto estero - sia per stile produttivo. I ricarichi potrebbero essere più clementi, ma tenendo conto che siamo in centro a Milano rimangono ragionevoli (qualche sparuta buona bottiglia già attorno ai 20 euro - noi ad esempio abbiamo scelto un piacevole riesling trocken 2011 della Nahe di Dönnhoff a 28 euro). Non manca un'intelligente proposta al calice.

Il servizio - di cui avevamo letto qualche commento critico - a noi è parso efficiente, cortese, giustamente rapido ma non invasivo.
Poi rimane da raccontare l'ambientazione, di certo il motivo primo per cui questo ristorante sta riscuotendo tanta attenzione. Benché il menù sia proposto all'interno di vecchie riviste e libri italiani di cucina - scelta un tantino affettata -, l'impronta non è latina. Chi ha concepito e arredato Aromando conosce sicuramente bene sia Parigi sia Londra. Un po' bobo, un po' hipster, il concetto decorativo anni Sessanta e un po' country del locale suona più nordeuropeo che nostrano, sa di Columbia Road, ma è soppesato con garbo e senza forzature. La sensazione non è, come scrivono alcuni, di stare a casa ma pur sempre al ristorante, ma ci si sta bene, a proprio agio, con una certa naturalezza.

Quanto al conto, prezzi ragionevolmente milanesi. In due, noi abbiamo speso 112 euro, e siamo usciti sazi e appagati. Torneremo, tra un po' di tempo: oggi l'apertura è troppo recente - pochi mesi - per poter ancora valutarne la tenuta.

Bistrot Aromando
Via Pietro Moscati, 13
Milano
(Metrò meno lontana M2 Moscova)
t. 02.36.74.41.72
Chiuso: lunedì e martedì a pranzo


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