dilettarsi   pensare   sorridere   le rubrilie   news   pubbliredazionali   contatti

Il periodico
Dopo una laboriosa (e avventurosa) preparazione, a ottobre 2009 esce il numero zero di www.possibilia.eu periodico online per curiosi. Una realizzazione che riflette l'orizzonte libero e senza preconcetti della nostra linea editoriale.
Da subito, un gruppo di autori aderisce al progetto, alcuni dei quali formano il nucleo redazionale più stabile.
Possibilia si non si propone di fare informazione in senso stretto: tante altre testate più veloci e attrezzate ricoprono già questo ruolo. La nostra rivista desidera offrire ai suoi lettori contenuti insoliti, dando diritto di cittadinanza a temi o chiavi di lettura spesso trascurati o snobbati. Un periodico generalista a 360 gradi? Solo in parte. Possibilia non funziona per compartimenti tematici, ma per modalità di approccio alla materia. Accoglie così una sezione per Dilettarsi, una per Pensare e una per Sorridere. Si aggiungono una sezione di News - la sezione “d'attualità” della testata - e una sezione destinata ai Pubbliredazionali, con lo scrupolo di mantenere eticamente distinti contenuti commerciali e redazionali, valorizzando così entrambi.
Con la nuova versione della rivista, inaugurata nel 2012, abbiamo deciso di aggiungere una sezione (le Rubrilie) dedicata alle nostre passioni: il vino, il rugby e il viaggio.

Contatta la redazione: redazione@possibilia.eu


I libri
Nel 2010, gli esiti incoraggianti della rivista e il desiderio di ampliare il progetto editoriale dànno vita alla parte cartacea della nostra attività.
Vai a www.possibiliaeditore.eu
L'intervista

“Chi si avvicina al buddismo rafforza la sua religione”
A colloquio con Ghesce Tenzin Tenpel, guida spirituale dell'Istituto Lama Tzong Khapa, il principale centro tibetano italiano, tra le colline della Toscana

testo e foto di Dania Ceragioli


Una piccola strada di campagna conduce fino alla sommità di una collina. Lì, in un piccolo boschetto, sorge il castello del XVIII secolo, sede dell'Istituto Lama Tzong Khapa, il più importante tempio buddista in Italia. Tutto attorno è silenzio, interrotto solo dal miagolio di alcuni gatti, ospiti a quattro zampe della comunità. Il centro di ogni attività spirituale è il gompa, un'ampia sala dove vengono impartiti gli insegnamenti. Alle pareti e nell'arredamento i colori dell'ocra e dell'arancio predominano. I tanka - dipinti a carattere religioso - le candele, gli incensi accesi rendono più semplice il raccoglimento, la recitazione dei mantra e quindi la meditazione.
Lo vediamo arrivare... Mani giunte in preghiera, il suono dei grani della mala tibetana - la collana utilizzata per diversi riti buddisti - che si sfiorano fra loro, un sorriso smagliante che ci accoglie, questo l'inizio del nostro incontro con Ghesce Tenzin Tenpel.

Da studioso e praticante di questa dottrina come potrebbe riassumerla?
Si può riassumere semplicemente nella dottrina del non danneggiare l'altro. Alla base di tutto troviamo il concetto dell'interdipendenza, ogni fenomeno è collegato. Nell'arrecare danno al prossimo procuriamo sofferenza e questa sofferenza diviene poi anche il nostro dolore.

È più corretto parlare di filosofia di vita o di religione?
Il buddismo può contenerle entrambe, c'è un aspetto propriamente legato alla religione, un aspetto liturgico dove ci sono preghiere, voti, osservanze. La fede interpretata nel senso buddista è improntata sulla nostra comprensione. Attraverso la comprensione tutto si trasforma in filosofia di vita, non c'è scissione e l'una si fonde nell'altra.

Come possono essere tradotti e vissuti nel quotidiano i principi buddisti?
Con molta gradualità, ciascun uomo possiede le condizioni per vivere in serenità, molto dipende dal suo atteggiamento interiore. Il buddismo fornisce uno strumento utile alla conoscenza delle emozioni e delle proprie potenzialità. Molti si avvicinano per sconfiggere l'attaccamento; affrontandolo con cognizione si può comprendere che nulla ci appartiene. A ogni incontro corrisponde necessariamente un distacco.

In occidente i buddisti sono sempre più numerosi. Come lo spiega? C'è stato un adattamento alla nostra cultura?
Abbiamo un grande avvicinamento, un grande interesse numerico da parte degli occidentali, ma in realtà pochi sono quelli che realmente si convertono. Molti, affascinati dagli insegnamenti, mantengono la loro religione; anzi paradossalmente la rafforzano integrandola con ciò che apprendono. Motivo di avvicinamento è spesso la psicologia della mente (Con questo concetto si intendono lo studio e il controllo della mente che la pratica del buddismo prevede per attenuare le afflizioni che si manifestano nell'uomo, ndr). Al buddismo piace spiegare ciò che accade e in questo particolare momento molti si interrogano, sono alla ricerca di risposte. Non c'è nessun particolare adattamento, oggi incontriamo le stesse difficoltà di duemila anni fa, i nostri antichi testi risultano essere quindi attuali. La sofferenza è comune a ogni popolo e tutti sono alla ricerca della stessa formula da tradurre in felicità.

Sua Santità Dalai Lama ha sempre sostenuto che cambiare religione non è mai positivo, ci può spiegare perché?
Fondamentale per ogni essere umano è rispettare le proprie radici. Cambiare fede può essere causa di grande confusione. Si può semplicemente attingere dal buddismo, concetti, punti di vista, senza stravolgere la propria religione.

Indipendenza o autonomia per il popolo tibetano?
Sua Santità non vede svantaggi per il Tibet nel far parte della Repubblica Popolare Cinese. Ci vorrebbe comunque una via di “mezzo” dove non c'è una indipendenza assoluta, ma neppure una supremazia cinese che sopprime la possibilità di espressione e cultura del popolo tibetano.


Sua Santità ha annunciato il ritiro a vita privata. Quali i possibili risvolti di questa scelta?
Lo scopo principale di Sua Santità è stato quello di vedere riconosciuta alla società tibetana un'identità democratica, tutto il suo lavoro è ancora indirizzato verso questa causa. Il suo ritiro lo è solo da un punto di vista politico, ma rimangono inalterate tutte le altre cariche. Il ritiro vuole anche essere una motivazione per il suo popolo per prendere in mano quello che fino a oggi è stato costruito: alla sua morte non dovranno trovarsi impreparati. (Nel marzo 2011 è stato designato come primo ministro dell'amministrazione tibetana in esilio Lobsang Sangay, avvocato 45 enne, che ha raccolto la responsabilità politica del suo predecessore, ndr.)

Come guardate ai giovani? Quale linguaggio utilizzate per avvicinarli alla spiritualità?
Molti giovani si sono avvicinati al buddismo perché riconoscono il linguaggio, molto semplice, chiaro e spesso ironico. Contrariamente a quanto si possa pensare la spiritualità li attrae molto più che la materialità. Alcuni seguono gli insegnamenti, altri invece si avvicinano per curiosità o per una ricerca personale. I giovani che frequentano il nostro centro hanno tra i 20 e i 30 anni, provengono dall'Italia e da Paesi europei.

All'incontro è presente anche Francesco Morgante, assistente del coordinatore spirituale dell'istituto.

Esiste un progetto di espansione del vostro istituto? In che cosa consiste?
C'è l'intenzione di rilanciare il nostro centro attraverso la costruzione di un ulteriore edificio, un nuovo tempio che possa accogliere più persone e soprattutto corsi. Purtroppo siamo ancora fermi alla fase progettuale in attesa di ulteriori risorse.

L'ILTK è il più importante istituto di cultura buddista in Italia. Avete quindi un ruolo fondamentale nel processo di pace e di integrazione fra culture e religioni. Come lo state attuando?
Spesso veniamo sollecitati dalle istituzioni a inviare studenti e insegnanti, a relazionarsi in incontri con altri professori. Questo è il nostro contributo, e anche il maggiore sforzo, considerato che le richieste sono numerose. Ci sono inoltre progetti che stiamo attuando con le università attraverso la neuroscienza, un ponte fondamentale fra scienza e religione.

Il losar -letteralmente il Capodanno tibetano- del 2013 è iniziato l'11 febbraio. Non coincide con il nostro capodanno poiché il calendario tibetano è un calendario lunisolare. Il Losar si festeggia dal primo al terzo giorno del primo mese lunare. Un giorno di festa per la comunità tibetana, trasformatosi invece per i cristiani in un giorno di smarrimento. Il pontefice Benedetto XVI infatti ha annunciato al mondo intero la sua decisione di lasciare i poteri spirituali a lui conferiti per ritirarsi in preghiera.
Il dalai lama ha accolto questa notizia con tristezza, commentando la scelta come realistica, presa probabilmente per dare un maggiore beneficio alla Chiesa stessa. Mentre anche la guida spirituale dei buddisti guarda al suo successore spirituale, auspicando che sia una donna.


Chi è Ghesce Tenzin Tenpel?
Ha conseguito il titolo accademico di ghesce lharampa (il più alto riconoscimento negli studi classici delle università monastiche tibetane) presso l'Università buddista di Sera Je. Dal gennaio 1998 si occupa del programma residenziale e generale dell'ILTK.

E il centro?
L'istituto Lama Tzong Khapa già definito monastero per l'anima è il più importante centro buddista in Italia e uno dei maggiori in Europa. Si trova in Toscana nella piccola frazione di Santa Luce in una località chiamata Pomaia (in provincia di Pisa). È arroccato su una verde collina, da dove lunghi fili di preghiere costantemente lette dal vento, diffondono benedizione e protezione alla vallata sottostante.

Info: www.iltk.org
     
HOME | DILETTARSI | PENSARE | SORRIDERE | LE RUBRILIE | NEWS | PUBBLIREDAZIONALI | CONTATTI

www.possibilia.eu - Possibilia Editore - Tutti i diritti riservati - Iscrizione Registro degli Operatori di Comunicazione n.18618