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Il periodico
Dopo una laboriosa (e avventurosa) preparazione, a ottobre 2009 esce il numero zero di www.possibilia.eu periodico online per curiosi. Una realizzazione che riflette l'orizzonte libero e senza preconcetti della nostra linea editoriale.
Da subito, un gruppo di autori aderisce al progetto, alcuni dei quali formano il nucleo redazionale più stabile.
Possibilia si non si propone di fare informazione in senso stretto: tante altre testate più veloci e attrezzate ricoprono già questo ruolo. La nostra rivista desidera offrire ai suoi lettori contenuti insoliti, dando diritto di cittadinanza a temi o chiavi di lettura spesso trascurati o snobbati. Un periodico generalista a 360 gradi? Solo in parte. Possibilia non funziona per compartimenti tematici, ma per modalità di approccio alla materia. Accoglie così una sezione per Dilettarsi, una per Pensare e una per Sorridere. Si aggiungono una sezione di News - la sezione “d'attualità” della testata - e una sezione destinata ai Pubbliredazionali, con lo scrupolo di mantenere eticamente distinti contenuti commerciali e redazionali, valorizzando così entrambi.
Con la nuova versione della rivista, inaugurata nel 2012, abbiamo deciso di aggiungere una sezione (le Rubrilie) dedicata alle nostre passioni: il vino, il rugby e il viaggio.

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I libri
Nel 2010, gli esiti incoraggianti della rivista e il desiderio di ampliare il progetto editoriale dànno vita alla parte cartacea della nostra attività.
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foto www.francoishollande.fr
Elezioni

Un Presidente presentabile (?)
Dopo 17 anni, Hollande riporta un socialista alla guida della Francia.
Ma la chiave potrebbe essere il “terzo turno”.

di Samuel Cogliati


Il primo pensiero, alle 20.00 del 6 maggio 2012, è stato che la Francia ha ritrovato un Presidente presentabile. Il secondo, poco dopo, dinanzi al primo discorso del neoeletto, è che è tutto da dimostrare.
L’annunciata elezione del socialista François Hollande, 58 anni, è innanzi tutto il dato di un voto “contro”: il rigetto di Nicolas Sarkozy, la cui gestione favoritistica (qualcuno dice clientelaristica), personalistica e iperliberista delle istituzioni ha ripugnato a tal punto la maggior parte dei francesi da fargli perdere sia il primo, sia il secondo turno delle elezioni. Non era mao successo da mezzo secolo. Chissà che cosa farà Carla, in un Paese dove i divorzi sono la regola...

Ma tra gli elettori di Hollande - ripescato dal Ps che nel 2007 gli aveva preferito l’ex compagna Ségolène Royal, e che sembrava averlo definitivamente scartato - non c’è un entusiasmo travolgente. Lo dimostra il 51,67% (non certo un trionfo) con cui ha vinto; lo dimostrano il 5,9% di schede bianche e nulle (a fronte di una forte partecipazione al voto); lo dimostra la tepidità con cui il Front de Gauche e i Verdi hanno accolto la sua elezione. Ora Hollande è atteso da un “terzo turno”: le elezioni legislative di giugno, dove, c’è da scommetterlo, sinistra radicale ed ecologisti punteranno a un risultato che dia una solida maggioranza al nuovo Presidente, ma al contempo una maggioranza di guardiani pronti a incalzarlo. Senza di loro, non avrebbe mai vinto. Il cambiamento che Hollande ha scelto come slogan elettorale sarà di fatto un nuovo “fronte popolare” come quello del 1935, fatto da massimalisti dell’anti-mercato ed ecologisti che rappresentano l’istanza del XXI secolo?

Marine Le Pen (Fn) - che ha portato l’estrema destra nazionalista e xenofoba a un risultato mai raggiunto prima - si è affrettata a dichiarare di Hollande: «Deluderà presto». Bisogna dire che, se non una previsione, è la preoccupazione di molti suoi elettori. In effetti, il ristabilimento delle istituzioni repubblicane, della giustizia, dello Stato sociale, ma soprattutto il rifiuto della sovranità di mercato e finanza - tutte cose che ha annunciato in campagna elettorale - sono la chiave di volta del suo mandato. Ad attenderlo al varco non ci sono solo la Francia, né solo l’Europa, ma l’intera comunità internazionale. Su questo terreno, di fondamentale importanza, non ha alternative: se fallisce, si può predire che nel 2017 non sarà rieletto. Per farlo, occorre un nuovo Mitterand; ma Hollande non pare avere la statura del suo unico predecessore socialista. E la pochezza della politica odierna di fronte ai dettami dell’economia globalizzata disillude molti. Che cosa vorrà e potrà fare?


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