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Il periodico
Dopo una laboriosa (e avventurosa) preparazione, a ottobre 2009 esce il numero zero di www.possibilia.eu periodico online per curiosi. Una realizzazione che riflette l'orizzonte libero e senza preconcetti della nostra linea editoriale.
Da subito, un gruppo di autori aderisce al progetto, alcuni dei quali formano il nucleo redazionale più stabile.
Possibilia si non si propone di fare informazione in senso stretto: tante altre testate più veloci e attrezzate ricoprono già questo ruolo. La nostra rivista desidera offrire ai suoi lettori contenuti insoliti, dando diritto di cittadinanza a temi o chiavi di lettura spesso trascurati o snobbati. Un periodico generalista a 360 gradi? Solo in parte. Possibilia non funziona per compartimenti tematici, ma per modalità di approccio alla materia. Accoglie così una sezione per Dilettarsi, una per Pensare e una per Sorridere. Si aggiungono una sezione di News - la sezione “d'attualità” della testata - e una sezione destinata ai Pubbliredazionali, con lo scrupolo di mantenere eticamente distinti contenuti commerciali e redazionali, valorizzando così entrambi.
Con la nuova versione della rivista, inaugurata nel 2012, abbiamo deciso di aggiungere una sezione (le Rubrilie) dedicata alle nostre passioni: il vino, il rugby e il viaggio.

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I libri
Nel 2010, gli esiti incoraggianti della rivista e il desiderio di ampliare il progetto editoriale dànno vita alla parte cartacea della nostra attività.
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foto di Samuel Cogliati
Clima: quali ripercussioni avrà l’eruzione islandese?

Le ragioni dell’Eyjafjallajökull
Decrescita forzata e vacanze risibili.
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Quando abbiamo scritto l’editoriale del numero 6, non ci riferivamo esattamente a questo tipo di nuvola. L’eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajökull, iniziata il 14 aprile con l’emanazione di una gigantesca nube di detriti magmatici nei cieli d’Europa, non sarà forse della stessa portata di quella del Tambora (aprile 1815). Combinata con le eruzioni dei vulcani Soufrière (1812 nei Caraibi) e Mayon (1814 nelle Filippine), l’esplosione del vulcano indonesiano creò tante nubi di cenere e rocce da condizionare il clima mondiale per molti mesi. Il 1816 fu ricordato come “l’anno senza estate”, per le temperature bassissime registrate in Nordamerica e in Europa, dove gelò e nevico in luglio e agosto. Ne derivò anche una carestia causata dalla penuria dei raccolti.

La nube dell’Eyjafjallajökull ­ a quanto parrebbe ­ non produrrà effetti così nefasti. Ma nei suoi primi giorni è già riuscita a bloccare il traffico aereo di mezza Europa, con una lunga serie di conseguenze a catena. Dal nostro punto di vista, queste conseguenze sono di due tipi: fondate e risibili.
Quelle fondate (attività economica e politica rallentate, ad esempio) produrranno a loro volta riflessi sul prodotto interno di molti Paesi. Una sorta di decrescita forzata, forse provvidenziale, dato che nessuno sembra intenzionato a comprendere che la crescita economica continua è insensata. Decrescita che dipenderà però dalla saggezza, sperando infatti che nessuno pretenda di riversare su terra tutte le merci, le persone e le attività che non possono volare.
Le conseguenze risibili (come le vacanze annullate) sono la riprova dell’assottigliamento del buon senso comune e del naufragio della filosofia nel quotidiano. La frustrazione è diventata un concetto inaccettabile: effetto comprensibile in una società che predica che tutto sta intorno a noi. Eppure, avere a che fare con un’occasionale frustrazione dei propri desideri è l’abc dell’equilibrio di ogni persona e della convivenza civile.

L’Eyjafjallajökull ha già iniziato a frustrarci. E, se non a salvarci, forse a renderci partecipi delle sue ragioni e di un piccolo monito.
Sa.Co.
     
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