Il periodico
Dopo una laboriosa (e avventurosa) preparazione, a ottobre 2009 esce il
numero zero di www.possibilia.eu periodico online per curiosi. Una realizzazione
che riflette l'orizzonte libero e senza preconcetti della nostra linea editoriale.
Da subito, un gruppo di autori aderisce al progetto, alcuni dei quali formano
il nucleo redazionale più stabile.
Possibilia si non si propone di fare informazione in senso stretto: tante
altre testate più veloci e attrezzate ricoprono già questo ruolo. La nostra
rivista desidera offrire ai suoi lettori contenuti insoliti, dando diritto
di cittadinanza a temi o chiavi di lettura spesso trascurati o snobbati.
Un periodico generalista a 360 gradi? Solo in parte. Possibilia non funziona
per compartimenti tematici, ma per modalità di approccio alla materia. Accoglie
così una sezione per Dilettarsi, una per Pensare e una per Sorridere. Si
aggiungono una sezione di News - la sezione “d'attualità” della testata
- e una sezione destinata ai Pubbliredazionali, con lo scrupolo di mantenere
eticamente distinti contenuti commerciali e redazionali, valorizzando così
entrambi.
Con la nuova versione della rivista, inaugurata nel 2012, abbiamo deciso
di aggiungere una sezione (le Rubrilie) dedicata alle nostre passioni: il
vino, il rugby e il viaggio.
Contatta la redazione: redazione@possibilia.eu
I libri
Nel 2010, gli esiti incoraggianti della rivista e il desiderio di ampliare
il progetto editoriale dànno vita alla parte cartacea della nostra attività.
Vai a www.possibiliaeditore.eu |
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foto di Dania Ceragioli |
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L’anteprima
dell’annata 2009 in degustazione Quella
vernaccia (in) diretta San
Gimignano e il suo vino: saettanti, scoscesi e petrosi.
Se il mercato non avesse tanta fretta... |
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Una Toscana difficile da interpretare, quella tra Firenze e Siena,
costantemente sospesa tra i fasti d’un passato di bugnati e lastroni,
pareti merlate e torri svettanti, e un presente-futuro di capannoni
commerciali, di progressiva urbanizzazione non sempre meditata: giungere
a San Gimignano da Colle Val d’Elsa è immergersi in questa
contraddizione di declivi verdi solcati da strade di curve, ora docili
ora tortuose.
La città dalle cento torri (titolo condiviso con Alba, Ascoli
Piceno, Asti, Pavia e altre ancora) attende lì, sul colle antico dove
poggia da oltre mille anni, maestosa senza esser grande, silente senza
altezzosità. Sin da Porta San Giovanni, limite meridionale d’una doppia
cerchia muraria dalla storia travagliata, il borgo accoglie il viaggiatore
nei suoi vicoli in salita, nelle piazze sghembe ornate di magnifici
palazzi e vette sottili.
Siamo qui per un appuntamento enogastronomico interessante e particolare:
ogni anno, il consorzio della Vernaccia di San Gimignano (primo
vino a ottenere la denominazione d’origine controllata, nel 1966)
organizza, in occasione della presentazione della vendemmia precedente,
un momento di confronto, scambio e incontro con una regione francese
di grandi bianchi: quest’anno era la volta del Pouilly-Fuissé,
appellation costruita sullo chardonnay (come tutti i bianchi
del Mâconnais, Borgogna meridionale), con la presenza di tre produttori
eccellenti: Guffens-Heynen, Château des Rontets, Domaine Valette.
Non di vino in senso stretto vogliamo però parlare, bensì del matrimonio
d’affinità che lega la chiara vernaccia al suo borgo d’elezione: entrambe
saettanti, scoscese, petrose, l’una alimentata dalla sapidità di argille
gialle d’origini marine, l’altra nervosa d’impennate viuzze e ripide
gobbe che sono tutt’uno col carattere e la lingua di questa gente
ospitale, dura solo in apparenza, sincera, umorale e spiritosa. Solo
vedendo San Gimignano, parlando con chi ci abita, mangiando i prodotti
di questo lembo di Toscana, si può realmente apprezzare un vino schietto
e diretto, privo d’orpelli e, proprio per questo, non sempre ben interpretato
sia dai produttori sia, soprattutto, da mercati viziati e frettolosi
che ai bianchi chiedono freschezza immediata, rapidità, consumo facile.
In queste strade, profumate di macchia mediterranea, si può però scoprire
una città viva, non necessariamente ancorata alla memoria d’un Medioevo
troppo spesso inerte (e sbiadita) cartolina turistica. Lo dimostra,
peraltro, oltre ai vari musei (Civico, Diocesano, delle Torture),
la presenza della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Raffaele
De Grada” (nelle cui sale il consorzio ha presentato in anteprima
l’annata 2009), e la caparbia volontà d’offrire una città che, da
un lato, non dimentica le proprie origini, ma, dall’altro, progetta
e proietta se stessa nel presente senza volersi snaturare. Da visitare.
Igor Vazzaz Vernacce da gustare
Questa nostra selezione di vernacce di San Gimignano è frutto degli
assaggi di vari momenti del fine settimana. Tutti e quattro i vini
sono vernaccia 100 per cento (il disciplinare della Docg consente
l’uso fino a 10 per cento di altri vitigni bianchi).
¶ Fornacelle 2007
Vino non presente al “confronto” con i francesi, si segnala per veracità,
nerbo, in una interpretazione originaria e “contadina” del vitigno.
Versione rustica, priva di superflui riboboli, in bocca ha un bel
carattere con frutta, fiori gialli e una gustosa chiusura amarognola.
La sua naturale destinazione, come per ogni vernaccia ben fatta, è
la tavola.
¶ “Isabella” San Quirico Riserva 2004
Vino immediato ma di buona profondità, con gustosi sentori di mela
matura, mandorla e fiori gialli. La naturale grazia espressiva del
vino trova un compendio nel gusto ereditato in un delicato passaggio
in botte. San Quirico produce uve da agricoltura biologica.
¶ Fattoria Poggio Alloro 2003
Piacevole, schietta, non priva d’una propria finezza, forse giunta
a completa evoluzione. Poggio Alloro è un piccolo produttore biologico,
che conferma altri assaggi confortanti.
¶ Panizzi Riserva 2002
Sorprendente, data l’annata piovosa, per l’integra vivacità. L’uso
del legno non mina una bella armonia ma smorza la rusticità del vitigno
senza penalizzare la naturalezza. Note minerali e di agrumi maturi,
cui segue una piacevole spezia dolce. |
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