Il periodico
Dopo una laboriosa (e avventurosa) preparazione, a ottobre 2009 esce il
numero zero di www.possibilia.eu periodico online per curiosi. Una realizzazione
che riflette l'orizzonte libero e senza preconcetti della nostra linea editoriale.
Da subito, un gruppo di autori aderisce al progetto, alcuni dei quali formano
il nucleo redazionale più stabile.
Possibilia si non si propone di fare informazione in senso stretto: tante
altre testate più veloci e attrezzate ricoprono già questo ruolo. La nostra
rivista desidera offrire ai suoi lettori contenuti insoliti, dando diritto
di cittadinanza a temi o chiavi di lettura spesso trascurati o snobbati.
Un periodico generalista a 360 gradi? Solo in parte. Possibilia non funziona
per compartimenti tematici, ma per modalità di approccio alla materia. Accoglie
così una sezione per Dilettarsi, una per Pensare e una per Sorridere. Si
aggiungono una sezione di News - la sezione “d'attualità” della testata
- e una sezione destinata ai Pubbliredazionali, con lo scrupolo di mantenere
eticamente distinti contenuti commerciali e redazionali, valorizzando così
entrambi.
Con la nuova versione della rivista, inaugurata nel 2012, abbiamo deciso
di aggiungere una sezione (le Rubrilie) dedicata alle nostre passioni: il
vino, il rugby e il viaggio.
Contatta la redazione: redazione@possibilia.eu
I libri
Nel 2010, gli esiti incoraggianti della rivista e il desiderio di ampliare
il progetto editoriale dànno vita alla parte cartacea della nostra attività.
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Palla ovale
Chi g'ha vinto? Il rugby!
Un trionfo da tutti i punti di vista
il quarto Milano Rugby Festival di Cernusco sul Naviglio. |
Alla fine hanno vinto gli argentini Clandestinos, battendo i bresciani
del Clan of Heaven di Rovato nel match decisivo. Per quello che avevamo
visto in campo, erano state proprio queste due formazioni a fare vedere
il rugby migliore, insieme forse alle Sabbie Mobili, ai Madrid Lions
e a qualcun altro che ci stiamo sicuramente dimenticando.
Tra gli “old”, vittoria degli Alcolizzati, e tra le ragazze, successo
delle trevigiane Ladies Casale.
Al bancone, invece, sono stati ancora i tedeschi dell'Ingoolstaadt
Baboons ad averla vinta su tutti, regolando persino gli agenti gallesi
della Gwent Police, che erano partiti in pompa magna la prima sera,
totalizzando (il dato è ufficioso, da voci di corridoio) le prime
160 pinte di birra. Comunque sia, ai teutonici va per la quarta volta
consecutiva l'ambito Cassie Pieenar Trophy, assegnato ai migliori
bevitori della rassegna cernuschese (secondo le statistiche 350 birre
in otto!).
Ma al di là degli allori e dei risultati, ciò che più conta è che
ancora una volta il festival organizzato e gestito con maestria dal
Rugby Cernusco è stato un trionfo. Un trionfo di sport, certo, con
31 squadre provenienti da varie regioni italiane (23) e da otto Paesi
europei e non solo. Ma anche un trionfo di pubblico, di divertimento,
di sano spirito competitivo, di regole ed eccessi mai fuori luogo.
Un trionfo di rugby, insomma. Non è bastata la pioggia, “amica” del
torneo per quattro giorni, a guastare la festa di circa 15mila partecipanti.
Un po' di numeri: 20mila litri di birra spillati, 7mila panini (trionfo
di salamelle), 2.500 pizze, 72 ore di musica, quasi 150 partite su
due campi, circa 300 mete...
L'applauso più grande, probabilmente, va al Rugby Cernusco, che senza
partecipare (se non con la sua rappresentativa femminile) ha aperto
braccia, cuore e l'ospitale centro sportivo di via Buonarroti alla
quarta edizione di uno dei festival più divertenti in circolazione.
Il punto di forza di questo evento ci è sembrata una bellissima, produttiva
promiscuità. Pubblico e partecipanti eterogenei - con preparazione
e ambizioni ben diverse tra loro - hanno condiviso spazi, sforzi e
risate, in un vero clima di festa. Uomini e donne assieme, in totale
goliardia.
Senza nessun incidente rilevante in campo né alcun inconveniente fuori
dal rettangolo di gioco. È così che si celebra lo sport. Come il rugby
sa fare, maestro di vita in questo campo. A cura di Samuel
Cogliati
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