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Il periodico
Dopo una laboriosa (e avventurosa) preparazione, a ottobre 2009 esce il numero zero di www.possibilia.eu periodico online per curiosi. Una realizzazione che riflette l'orizzonte libero e senza preconcetti della nostra linea editoriale.
Da subito, un gruppo di autori aderisce al progetto, alcuni dei quali formano il nucleo redazionale più stabile.
Possibilia si non si propone di fare informazione in senso stretto: tante altre testate più veloci e attrezzate ricoprono già questo ruolo. La nostra rivista desidera offrire ai suoi lettori contenuti insoliti, dando diritto di cittadinanza a temi o chiavi di lettura spesso trascurati o snobbati. Un periodico generalista a 360 gradi? Solo in parte. Possibilia non funziona per compartimenti tematici, ma per modalità di approccio alla materia. Accoglie così una sezione per Dilettarsi, una per Pensare e una per Sorridere. Si aggiungono una sezione di News - la sezione “d'attualità” della testata - e una sezione destinata ai Pubbliredazionali, con lo scrupolo di mantenere eticamente distinti contenuti commerciali e redazionali, valorizzando così entrambi.
Con la nuova versione della rivista, inaugurata nel 2012, abbiamo deciso di aggiungere una sezione (le Rubrilie) dedicata alle nostre passioni: il vino, il rugby e il viaggio.

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I libri
Nel 2010, gli esiti incoraggianti della rivista e il desiderio di ampliare il progetto editoriale dànno vita alla parte cartacea della nostra attività.
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foto di Giampi Giacobbo
Sport in tv: dal 6 febbraio al 20 marzo su “Sky” e “la7”

Rugby Six Nations 2010
Il sussulto dello spirito comunitario?
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In Italia, il torneo delle Sei Nazioni di rugby è finito su Sky, come da previsioni. La7 aveva fatto una scommessa audace, quando diversi anni fa fiutò il potenziale televisivo di questo sport, complice l’ammissione della nazionale italiana nel più prestigioso torneo dell’emisfero boreale. E complice il crescente disamore per il calcio ­ più che i risultati agonistici del XV azzurro ­, il rugby in tv è cresciuto negli ascolti e nel business indotto.
Il Sei Nazioni 2010 sarà per la prima volta su una pay-tv, eccetto le partite dell’Italia, che La7 è riuscita a conservare, assieme ai tradizionali test match dello scorso novembre.
I puristi della palla ovale storsero il naso e picchiarono il pugno sul tavolo già nel 1995, quando l’International rugby board entrò ufficialmente nel mondo del professionismo sportivo. Protestarono che l’anima del rugby è per definizione disinteressata, nobile, dilettantistica. Qualche anno fa, scrissi che nulla avrebbe potuto corromperne lo spirito. Probabilmente peccavo di ingenuità.

   
   
   
    Foto di Giampi Giacobbo

I test match 2009 (amichevoli “di lusso”, perché valide per il ranking mondiale) sono stati tra i più tristi che io ricordi. Inclusa la sfida epocale tra Italia e Nuova Zelanda, il 14 novembre a San Siro, davanti a 80mila spettatori: la partita di rugby più affollata mai disputata nella Penisola. Il peso scenografico delle sponsorizzazioni, il moltiplicarsi dei premi individuali collaterali (contraddittori con lo spirito rugbistico, collettivo per definizione), l’attenzione a non perdere, le stridenti pantomime sceniche (inni nazionali riarrangiati e intonati da cantanti lirici...) non hanno nulla a che vedere con lo spirito autentico di questo sport.
Per questo motivo, il Sei Nazioni 2010 potrebbe essere un evento rivelatore. In questo torneo, antico di oltre un secolo, l’animo patriottico (o più esattamente comunitario) che crea una straordinaria (anche perché leale) adesione emotiva del pubblico, potrebbe riprendere il sopravvento. Dovrebbe. Non ci si aspetta che lo show business che ha irreversibilmente fatto breccia nel rugby si eclissi; ma saranno i 90 uomini in campo nei weekend dal 6 febbraio al 20 marzo a dover dimostrare che la voglia di giocare, di vincere, di battersi e di rispettare l’avversario è rimasta più forte degli interessi costruiti intorno a questo sport. Nell’immaginario comune nutrito dai grandi eventi mediatici, il rugby è ancora per chi lo guarda tra le rarissime manifestazioni che fanno leva su principi di umanità: correttezza, buon senso, tenacia, lealtà.
Samuel Cogliati
     
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