di Samuel Cogliati Gorlier
• 29 dicembre 2024 •
Il soggetto è appena fragile, per via di una certa sensazione trita. Ma in fondo è quasi un dettaglio, tanto sono densa e profonda la sceneggiatura e accurati i dialoghi. Raffinata la grana dell’opalescente fotografia, sapientemente orchestrata la regia, che mostra un’autentica connessione con la sceneggiatura (entrambe del resto coerentemente firmate Stéphane Brizé, già demiurgo degli ottimi “Mademoiselle Chambon” e “Quelques heures de printemps”).
“Le occasioni dell’amore” (riadattamento azzeccato quanto incomprensibile del titolo originale, “Hors-saison”) è una pepita. Penetrante, fitto d’emozione, aggraziato, mai gratuito… Uno di quei lungometraggi nei quali si riesce a ridere e a piangere nella stessa sera, e ogni volta con solide motivazioni.
Se le musiche di Vincent Delerm sorreggono efficacemente la narrazione, a suggellare il film ci pensano Guillaume Canet e ancor più Alba Rohrwacher, con due interpretazioni granitiche e struggenti. Una pellicola da non perdere. •