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Il periodico
Dopo una laboriosa (e avventurosa) preparazione, a ottobre 2009 esce il numero zero di www.possibilia.eu periodico online per curiosi. Una realizzazione che riflette l'orizzonte libero e senza preconcetti della nostra linea editoriale.
Da subito, un gruppo di autori aderisce al progetto, alcuni dei quali formano il nucleo redazionale più stabile.
Possibilia si non si propone di fare informazione in senso stretto: tante altre testate più veloci e attrezzate ricoprono già questo ruolo. La nostra rivista desidera offrire ai suoi lettori contenuti insoliti, dando diritto di cittadinanza a temi o chiavi di lettura spesso trascurati o snobbati. Un periodico generalista a 360 gradi? Solo in parte. Possibilia non funziona per compartimenti tematici, ma per modalità di approccio alla materia. Accoglie così una sezione per Dilettarsi, una per Pensare e una per Sorridere. Si aggiungono una sezione di News - la sezione “d'attualità” della testata - e una sezione destinata ai Pubbliredazionali, con lo scrupolo di mantenere eticamente distinti contenuti commerciali e redazionali, valorizzando così entrambi.
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Musica e materiale usato

Non si butta, ma si suona!
Il Riciclato Circo Musicale adatta e riutilizza vecchi oggetti che diventano strumenti sonori...

testo e foto di Ludovica Scaletti


Un groviglio di fili e tubi di ogni dimensione e colore, che ricordano i tentacoli di una piovra. Microfoni collegati a elettrodomestici e strumenti creati da strane combinazioni di legno, metalli e oggetti comuni. La scena si presenta così, prima dell'arrivo di quattro personaggi, più simili a clown che a musicisti. A quel punto parte una melodia, le percussioni danno il tempo e il concerto ha inizio. Sul palco ogni sorta di oggetto prende vita e si trasforma in strumento: tutto suona, dal phon, al trapano, persino un cassetto. Canzoni popolari delle tradizioni africane e gitane, ma anche sonorità che si avvicinano all'elettronica e alla techno. Il pubblico, soprattutto i bambini, non riesce a stare fermo. I quattro matti sul palco - sono loro stessi a definirsi così - sono il “Riciclato Circo Musicale”, band marchigiana nata nel 2006. La loro storia ha avuto inizio un po' come uno scherzo. «Eravamo un gruppo di strumenti convenzionali, poi Andrea (cantante e chitarrista) ha iniziato dei laboratori di costruzione di strumenti per bambini - racconta Simone, batterista -. Ci ha coinvolti e ha trovato dei matti più matti di lui che hanno pensato subito: “Bellissimo, facciamo un gruppo con strumenti musicali riciclati”». E così è stato. Da quel momento Andrea, Simone, Alessandro (percussionista) e Freddy (bassista), non hanno più smesso di inventare e costruire strumenti. Oggi in concerto ne suonano 24, ma altri devono ancora vedere la luce. «Molti sono fermi in garage in attesa di resuscitare», spiega Alessandro. L'unica certezza è che tutto può servire allo scopo, d'altronde il motto del gruppo è “Non buttate via niente, anzi suonatelo!”. Un incoraggiamento ad adulti e bambini, perché ognuno tiri fuori la propria vena creativa, magari trasformando un semplice oggetto casalingo in un sorprendente strumento musicale.


Un'impresa tutt'altro che facile, che richiede fantasia e preparazione tecnica. «Costruire uno strumento è semplice, o almeno può sembrarlo all'inizio, ma farlo suonare bene è molto più difficile - sottolinea Andrea - c'è il problema dell'accordatura, alcuni sono più soggetti alle intemperie, soffrono il caldo e il freddo, o magari per l'amplificazione hanno bisogno di accorgimenti particolari». Per questo motivo i quattro musicisti sono alla continua ricerca di nuove tecniche che possano migliorare le loro performance. Un lavoro che dà i suoi risultati, a volte sorprendenti. Un vecchio bidone di plastica con dentro una comune sedia di legno infatti si può trasformare in uno djembé (il tradizionale tamburo africano) o meglio in una Sediaembè. Così come un cassetto e un vecchio manico di chitarra sottomarca diventano la Cassettarra e un cappello e un imbuto di plastica collegati a un tubo sono un Cappellofono e possono suonare come un trombone. La lista degli strumenti è lunga, solo per citarne alcuni ci sono il Barattolao, un birimbao costruito con un bastone di legno, un barattolo di latta e un filo d'acciaio; la Buzzeria, un complesso di bidoni, barattoli, vassoi e coperchi che formano una vera e propria batteria. E ancora il Tonnolino, un liuto a otto corde fatto con un barattolo di latta, del legno e vecchie meccaniche per chitarra, oppure una serie di elettrodomestici trasformati in strumenti: Spremitoner, Vignarolophon, Cappuccinatore, Rasoner, e lo Spazzolino elettrico. Un armamentario di materiali, più o meno pesanti, che il Riciclato Circo Musicale porta in giro per l'Italia e che dopo ogni concerto deve ricaricare sul furgone. «Una volta costruiti, gli strumenti abbiamo fatto un corso da magazzinieri in un'azienda per riuscire a farci stare tutte le scatole e i pacchi», scherza Simone. Ma sei anni di spostamenti sono serviti a fare pratica e oggi, dice Andrea con un filo d'orgoglio, da quando iniziano a scaricare al sound check, passa un'ora. Poco, considerando la mole di cavi, microfoni e strumenti che devono essere posizionati sul palco.


Il gruppo ha concluso una serie di concerti estivi (tra cui la partecipazione al Festival musicale del Mediterraneo di Genova e alla prima edizione del festival Rigenerarte in provincia d'Ancona), ma presto si tufferà in un nuovo progetto. «Da dicembre collaboreremo con il gruppo francese Lutherie Urbaine (www.lutherieurbaine.com) e con l'artista belga Max Vandervorst (www.maxvandervorst.be), specialisti nella ricerca di strumenti musicali originati da materiali di recupero. «Sarebbe interessante creare un circuito europeo di musicisti che seguono questa filosofia», dice Andrea. Nel frattempo il Riciclato Circo Musicale continua a organizzare laboratori per bambini. Tutti i dettagli sono sul loro sito: www.riciclatocircomusicale.it. L'obiettivo, spiegano i quattro artisti, è che il riciclo e il riuso dei materiali stimolino la fantasia dei più piccoli: «Speriamo che digeriscano da subito il messaggio e in futuro ci insegnino cosa fare di meglio». Se andrà così tra qualche anno potrà succedere di imbattersi in cornamuse fatte di sacchetti riciclati, fisarmoniche create da soffietti per il camino. O chissà cos'altro. La creatività di un musicista (che si sente anche un po' clown) non ha limiti.

Ludovica Scaletti è giornalista professionista, collabora con Redattore sociale e Terre di Mezzo


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