Il periodico
Dopo una laboriosa (e avventurosa) preparazione, a ottobre 2009 esce il
numero zero di www.possibilia.eu periodico online per curiosi. Una realizzazione
che riflette l'orizzonte libero e senza preconcetti della nostra linea editoriale.
Da subito, un gruppo di autori aderisce al progetto, alcuni dei quali formano
il nucleo redazionale più stabile.
Possibilia si non si propone di fare informazione in senso stretto: tante
altre testate più veloci e attrezzate ricoprono già questo ruolo. La nostra
rivista desidera offrire ai suoi lettori contenuti insoliti, dando diritto
di cittadinanza a temi o chiavi di lettura spesso trascurati o snobbati.
Un periodico generalista a 360 gradi? Solo in parte. Possibilia non funziona
per compartimenti tematici, ma per modalità di approccio alla materia. Accoglie
così una sezione per Dilettarsi, una per Pensare e una per Sorridere. Si
aggiungono una sezione di News - la sezione “d'attualità” della testata
- e una sezione destinata ai Pubbliredazionali, con lo scrupolo di mantenere
eticamente distinti contenuti commerciali e redazionali, valorizzando così
entrambi.
Con la nuova versione della rivista, inaugurata nel 2012, abbiamo deciso
di aggiungere una sezione (le Rubrilie) dedicata alle nostre passioni: il
vino, il rugby e il viaggio.
Contatta la redazione: redazione@possibilia.eu
I libri
Nel 2010, gli esiti incoraggianti della rivista e il desiderio di ampliare
il progetto editoriale dànno vita alla parte cartacea della nostra attività.
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Ponti / 3:
Luoghi: Madison County, Iowa, Stati Uniti Le
ragioni di un viaggio orgogliosamente irragionevole
Testo e foto di Dania Ceragioli |
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«Ci sono canzoni che nascono
dall'erba punteggiata d'azzurro, dalla polvere di migliaia di
strade di campagna. Questa ne incarna la poesia».
Questo è l'inizio di una storia che ha condizionato una parte
della mia vita, e forse di altri: la parte dell'attesa. Chi
non ha sperato che in un caldo pomeriggio d'estate di un giorno
qualunque, un affascinante sconosciuto si affacci alla porta,
sconvolgendoci la vita?
Dopo tanto attendere, ho deciso di muovermi io. Ho intrapreso
un lungo viaggio che mi ha portata nel Midwest degli Stati Uniti,
sulle strade che conducevano a Winterset, nel cuore dello Iowa,
in mezzo a sterminati campi di mais. |
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Non so esattamente perché, ma sapevo di dover andare, a vedere,
anzi a sentire i luoghi raccontati da Robert James Waller
nel suo libro I ponti di Madison County, divenuto poi
anche uno straordinario film diretto e interpretato da Clint
Eastwood.
Attraverso il diario di Francesca, si narra di un incontro fra
due persone che fino a quel momento non avevano mai cercato
nulla di diverso da quello che avevano, e che in soli quattro
giorni riscoprono nell'amore la forza originaria dell'esistenza
stessa. Si parla di giudizio, di rinuncia, di libertà e soprattutto
si descrive una scelta, la scelta di vivere quel momento e far
sì che diventi un patrimonio prezioso da cui poter attingere
per il resto della vita. |
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Arrivo nella contea a pomeriggio inoltrato - come nella vicenda
originaria - in un afoso pomeriggio di agosto: nubi minacciose
si avvicinano, anzi sembrano addensarsi nel punto di arrivo.
Pare sia la coda dell'uragano Katrina, che ha seminato danni
nei giorni precedenti. Tutto intorno è ancora fangoso, c'è odore
di pioggia. Miglia e miglia di strade sterrate in mezzo a sterminati
campi coltivati, in mano solo una piccola mappa recuperata all'ufficio
turistico locale.
Mentre inizio a pensare di essermi perduta, ecco spuntare un
cartello rosso con la scritta Roseman... sono emozionata.
L'idea è infatti quella di arrivare ai vecchi ponti coperti,
gli scenari del racconto: il Roseman, il Cedar, l'Hogback.
Ecco un torrente e a pochi metri di distanza si intravede il
Roseman. Inizialmente, ha la meglio la delusione: è un
ponte un po' anonimo quasi fagocitato dalla vegetazione. Tavole
di legno sconnesse fanno risuonare i passi; mi avvicino lentamente
e cerco di rivisitare quei luoghi attraverso la memoria. Il
ponte è stato restaurato di recente si percepisce un penetrante
odore di vernice. Decido di scendere proprio nel punto in cui
Robert Kincaid raccoglie un mazzolino di fiori di campo per
Francesca; quei fiori non ci sono, ma dentro di me qualcosa
che si muove; la suggestione è forte.
All'interno del ponte, fra gli antichi assi, due piccioni stanno
volando. Poso la mano sul corrimano, se ne percepisce il calore
e rimango in ascolto di quel momento. |
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Il temporale si preannuncia imminente, ci sono ancora gli altri
ponti da trovare. Mi dirigo ancora ad ovest, non distano molto.
Il Cedar è un ponte molto più piccolo, punteggiato da
numerose frasi scritte e incise. Ripenso alla magia del biglietto
lasciato da Francesca a Robert: «Se l'attira l'idea di un'altra
cena quando volano le falene, venga stasera dopo il lavoro.
Qualunque ora andrà bene».
All'Hogback Bridge è quasi sera. Mi colpisce per il contesto
in cui è inserito: una ampia vallata, in cui si snoda una strada
che conduce direttamente al ponte. Rivedo Robert che sfila uno
dopo l'altro i rullini fotografici, cercando di catturare le
sfumature della luce.
Ci sono viaggi che ti portano a incontrare semplicemente luoghi.
Altri invece all'interno di un percorso introspettivo, a vivere
una esperienza emotiva. Dania
Ceragioli, viaggiatrice, fotografa, istruttrice qualificata
di hatha yoga, vive e lavora a Viareggio (Lucca)
Tre buoni motivi per andare a Madison County
Ci sono tre tipologie di persone che potrebbero fare carte false
per andare nella piccola, e quando si scrive “piccola” non si
vuole esagerare (la superficie è di 1.456 km_!), contea di Madison
County: i romantici, i fan di John Wayne e gli imbottitori.
1. Il primo gruppo è facile da spiegarsi: il celebre romanzo
I ponti di Madison County e l'ancora più famoso film omonimo
hanno reso questo luogo, situato nell'Iowa meridionale, stato
del centro degli Stati Uniti, la patria dell'amore. E gli scenari
di questi racconti sono considerati tanto carichi di interesse
che cinque ponti della contea sono annoverati addirittura nel
registro nazionale dei luoghi storici. Insomma, questo posto
per l'America è diventato la sintesi perfetta tra storia e paesaggi
in cui anche i cuori più aspri potrebbero diventare dolci. A
sostenere la pellicola e il libro in questa mitizzazione romantica
si aggiungono le statistiche. Il 64% dei matrimoni celebrati
in questa contea ha lunga e, a quanto pare, rosea vita. Ma non
ci si illuda di poter trovare marito o moglie trasferendosi
a Madison County. Il rapporto uomini-donne tra i 15mila abitanti
è quasi di 1 a 1. Un forestiero potrebbe turbare il delicato
equilibrio di coppie in poco tempo.
2. Secondo gruppo: i membri del John Wayne fan club. Proprio
a Winterset, cittadina centrale di questa contea tutta ponti,
fiumi e ruscelli, il 26 maggio 1907 vide la luce il celebre
attore americano. Chi è stato negli Usa lo sa, chi non ci è
mai stato lo avrà sentito dire: gli americani sono stati il
popolo più bravo a inventarsi una storia che non avevano. In
questa ottica di celebrazione degli idoli, la casa natale di
Wayne è diventata un luogo storico dal sapore davvero americano,
da visitare, in cui scattare foto, e magari anche toccare qualche
oggetto appartenuto alla star. Vietato fare della facile ironia
sul culto degli idoli negli Stati Uniti perché il fatturato
di questi “luoghi storici” potrebbe sorprendere.
3. Veniamo all'ultimo gruppo: i quilters, ovvero gli imbottitori.
Certo, questa non è una passione comune ma se volete saperne
di più sull'imbottitura di piumini e copriletto dovete assolutamente
andare in agenzia a prenotare un volo per Madison County. Una
volta arrivati ed esaurita la curiosità su questa arte, non
si potrà far altro che gustare una Delicious Apple, per intenderci
quella varietà di mela che la strega cattiva usa per avvelenare
Biancaneve. A Winterset mangiare questo frutto è d'obbligo,
visto che, insieme a John Wayne, anche la Delicious Apple è
nata qui, scoperta da contadini del luogo nel 1880. E tra un
boccone e l'altro, a questo punto, passeggiando tra i meleti,
si potrebbe scoprire che questa contea è stata fondata il 13
gennaio del 1846, che è diventata indipendente nel 1849 e che
il suo nome lo deve a James Madison, quarto presidente degli
Stati Uniti.
Certo, se non si rientra nelle tre categorie e non si ama la
frutta, Madison County può sembrare la più sperduta campagna
del cosiddetto “Heartland of America”, in cui le fattorie e
i vasti fields di grano e mais, sembrano nascondere anche le
poche persone che vi abitano. Ma se gli indiani chiamavano questa
terra “Paese meraviglioso” (Iowa significa appunto questo),
un motivo doveva esserci. E allora forse vale davvero la pena
di trovare una scusa per andare a Madison County.
Giulia Pepe |
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