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Il periodico
Dopo una laboriosa (e avventurosa) preparazione, a ottobre 2009 esce il numero zero di www.possibilia.eu periodico online per curiosi. Una realizzazione che riflette l'orizzonte libero e senza preconcetti della nostra linea editoriale.
Da subito, un gruppo di autori aderisce al progetto, alcuni dei quali formano il nucleo redazionale più stabile.
Possibilia si non si propone di fare informazione in senso stretto: tante altre testate più veloci e attrezzate ricoprono già questo ruolo. La nostra rivista desidera offrire ai suoi lettori contenuti insoliti, dando diritto di cittadinanza a temi o chiavi di lettura spesso trascurati o snobbati. Un periodico generalista a 360 gradi? Solo in parte. Possibilia non funziona per compartimenti tematici, ma per modalità di approccio alla materia. Accoglie così una sezione per Dilettarsi, una per Pensare e una per Sorridere. Si aggiungono una sezione di News - la sezione “d'attualità” della testata - e una sezione destinata ai Pubbliredazionali, con lo scrupolo di mantenere eticamente distinti contenuti commerciali e redazionali, valorizzando così entrambi.
Con la nuova versione della rivista, inaugurata nel 2012, abbiamo deciso di aggiungere una sezione (le Rubrilie) dedicata alle nostre passioni: il vino, il rugby e il viaggio.

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I libri
Nel 2010, gli esiti incoraggianti della rivista e il desiderio di ampliare il progetto editoriale dànno vita alla parte cartacea della nostra attività.
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foto di Federico Scoppa
Nuove frontiere della fotografia

iPhonography, l'istantanea ai tempi del web
La piccola rivoluzione domestica, artistica e professionale del più celebre “smart phone”.

di Federico Scoppa


Segno dei tempi, segni del tempo: il successo planetario dell'iPhone ha aperto nuove e imprevedibili possibilità di espressione fotografica. Con tutti i maggiori produttori di macchine fotografiche occupati nella ricerca di una qualità sempre più alta - spesso a discapito della praticità - la casa della mela propone un oggetto di estrema duttilità e immediatezza. Lungi da farne una non richiesta e neppure necessaria pubblicità, è innegabile che iPhone abbia realizzato i desideri sia dei fotografi sperimentatori sia di coloro che, semplicemente, hanno necessità di scattare foto alla propria famiglia.

Professionisti come David Guttenfelder di Associated Press, che ha realizzato un interessantissimo reportage sulla guerra in Afghanistan o Todd Heissler, con le sue folgoranti istantanee di Mosca, usano regolarmente l'iPhone, arrivando a pubblicare su testate come il New York Times. Ed è molto probabile che alcuni di questi scatti saranno selezionati in occasione del World Press Photo 2011, alla faccia di Canon, Nikon e tutti gli altri marchi di apparecchi da migliaia di euro. Questo semplicemente perché l'iPhone offre al fotografo un nuovo mezzo di espressione e, quindi, un nuovo punto di vista.

La faccenda non varia molto se si considera la fotografia d'arte: l'iPhone rappresenta al giorno d'oggi quello che era la Polaroid di Andy Warhol, con la non trascurabile differenza che, al giorno d'oggi, è possibile stampare all'infinito l'immagine oppure pubblicarla in rete nel giro di pochi attimi. Per non parlare delle immagini di famiglia: Ferdinando Scianna (Magnum Photos) sostiene che una delle maggiori aspirazioni per uno scatto è finire in un album di famiglia. Con un comune camera phone, adesso, qualsiasi papà può estrarre dalla tasca il cellulare e in pochi secondi l'album di famiglia è fatto. Gelati sciolti in faccia, dentini caduti, primo giro in bici: documentati e consegnati alla Storia.

Come se non bastasse, queste possibilità sono alimentate all'infinito da una dilagante proliferazione di software scaricabili dal web: si può ricalcare l'effetto polaroid (sventolando addirittura il telefono per sviluppare l'immagine! Il sistema è Shackitphoto), si possono riprodurre le cosiddette toy cameras, tanto di moda negli anni Ottanta, scegliendo persino obiettivi e tipi di pellicola (Hipstamatic) e così via, in un'interminabile offerta di soluzioni originali e sorprendenti. Va da sé che ci siano i consueti programmi di correzione, dagli stabilizzatori agli zoom fino alla ridicola versione del celebre PhotoShop di Adobe, realizzato appositamente per iPhone.

Di fronte ai molti pro - applicabilità e maneggevolezza su tutti - è ovvio che esistano pure immancabili contro: risoluzione bassissima per gli standard moderni, nessuna possibilità di cambiare obiettivi, nessuno zoom ottico, scarsa resa in carenza di luce, limitato controllo del risultato finale. Difetti non proprio trascurabili, per quanto sia certo che ci saranno notevoli miglioramenti nelle nuove versioni dei vari smart phone.
Nonostante tutto, però, farsi un ritratto con un'insalatiera in testa a mo' di elmo di Mambrino tanto caro a Don Chisotte, in classico stile Lomo, con pellicola a colori scaduta e postarla immediatamente su qualche social network è qualcosa che prima dell'iPhone non era possibile neanche immaginare.


Federico Scoppa, fotografo professionista, italo-francese, risiede dove si trova nel dato momento, finché non si sposta da un'altra parte. Ha una base a Capri e una a Lucca


foto di Federico Scoppa
     
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