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Il periodico
Dopo una laboriosa (e avventurosa) preparazione, a ottobre 2009 esce il numero zero di www.possibilia.eu periodico online per curiosi. Una realizzazione che riflette l'orizzonte libero e senza preconcetti della nostra linea editoriale.
Da subito, un gruppo di autori aderisce al progetto, alcuni dei quali formano il nucleo redazionale più stabile.
Possibilia si non si propone di fare informazione in senso stretto: tante altre testate più veloci e attrezzate ricoprono già questo ruolo. La nostra rivista desidera offrire ai suoi lettori contenuti insoliti, dando diritto di cittadinanza a temi o chiavi di lettura spesso trascurati o snobbati. Un periodico generalista a 360 gradi? Solo in parte. Possibilia non funziona per compartimenti tematici, ma per modalità di approccio alla materia. Accoglie così una sezione per Dilettarsi, una per Pensare e una per Sorridere. Si aggiungono una sezione di News - la sezione “d'attualità” della testata - e una sezione destinata ai Pubbliredazionali, con lo scrupolo di mantenere eticamente distinti contenuti commerciali e redazionali, valorizzando così entrambi.
Con la nuova versione della rivista, inaugurata nel 2012, abbiamo deciso di aggiungere una sezione (le Rubrilie) dedicata alle nostre passioni: il vino, il rugby e il viaggio.

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I libri
Nel 2010, gli esiti incoraggianti della rivista e il desiderio di ampliare il progetto editoriale dànno vita alla parte cartacea della nostra attività.
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foto Dania Ceragioli e Diego Yani
2.780.000 km quadrati

Argentina: quiero volver
Volti diversi del Paese d'estate: dalle spiagge atlantiche ai grandi eventi culturali.

di Ludovica Scaletti


L'Argentina evoca le note di un tango, fa pensare a terre sconfinate, senza limiti, alle balene e all'asado, la classica grigliata di carne. Probabilmente a ciascun lettore provocherà ricordi e sensazioni diverse. Il celebre cantante Roberto Goyeneche, pensando alla sua amata terra, come in una sorta di preghiera cantava «Mi Buenos Aires quiero volver» («Mia Buenos Aires voglio tornare»). Sì, perché la capitale per molti è il centro nevralgico del Paese, il luogo dove la cultura nazionale si esprime nella sua pienezza. Il resto dell'Argentina è meno abitato, meno frenetico, ma altrettanto ricco di suggestioni e paesaggi.

L'Argentina non è certo la meta esotica preferita dal viaggiatore medio europeo e forse non compare tra le destinazioni più gettonate per chi cerca un clima mite quando nel nostro emisfero imperversa l'inverno. D'altro canto, vanta un territorio vastissimo - più di 2.700.000 km quadrati, circa nove volte l'Italia - con più di 6mila chilometri di coste. Può così offrire una grande varietà di paesaggi, di tradizioni e un clima che varia molto da nord a sud.

foto Dania Ceragioli

Dove vai, porteño?
Cosa fanno gli argentini durante l'estate? La risposta è complessa, come la conformazione del Paese. Una domanda più precisa potrebbe essere cosa fanno i porteños, gli abitanti di Buenos Aires.
Quelli che possono permetterselo, partono per le zone di villeggiatura nazionali, ma anche del resto del Sudamerica: un grande classico sono le spiagge di Mar del Plata, una specie di Rimini d'oltreoceano. La moderna cittadina, a circa 400 km dalla capitale (ma cosa sono centinaia di chilometri per un argentino?) è circondata da lunghe spiagge e ospita colonie di leoni marini, che, sornioni, amano rotolarsi nella zona del porto. Mar del Plata è anche la sede del “Festival internacional del cine”, che si tiene ogni novembre ed è il festival di cinema più importante del Paese (http://www.mardelplatafilmfest.com).

Le mete degli argentini più ricchi sono Punta del Este, las playas de Rocha, La Pedrera, Cabo Polonio, Punta del Diablo in Uruguay e le spiagge meridionali del Brasile.
Chi non può permettersi una vacanza all'estero, spesso si accontenta di qualche giorno nella zona di Tigre, a 30 km dalla capitale: si prende il suggestivo Tren de la Costa per raggiungere il delta del Paranà, col suo complesso sistema di corsi d'acqua e isole, un vero e proprio gioiello. Jorge Luis Borges scriveva a proposito dell'omonimo capoluogo: «Nessuna altra città, che io sappia, bella con un segreto arcipelago di isole verdi che s'allontanano e perdono tra le acque dubbiose di un fiume tanto lento che la letteratura ha potuto chiamarlo immobile».

Zaino in spalla
Ci sono poi i mochileros, ossia chi viaggia zaino in spalla con pochi soldi e molta voglia di scoprire luoghi meno turistici. Destinazione preferita è il nord, al confine con Bolivia e Paraguay, dove vivono le minoranze indie, la modernizzazione è ancora lontana da venire e la natura si esprime pienamente. «L'anno scorso sono partita da Buenos Aires per Salta, in autobus - racconta Maria, una giovane psicologa che vive nella capitale - un viaggio di 12 ore verso una parte dell'Argentina molto diversa da quella a cui sono abituata». Le province del nord del Paese sono un mondo a parte rispetto alla cosmopolita Buenos Aires. «La vita è più economica e la popolazione conduce una vita semplice, quasi essenziale - aggiunge Maria - a contatto con la natura e nel rispetto dell'ambiente».

Un altro luogo dove amano andare i viaggiatori è la Patagonia, la fin del mundo, che in estate si riempie di giovani campeggiatori: non cercano, però, soltanto natura e paesaggi estremi, dato che c'è una grande offerta culturale, composta di numerosi festival teatrali e musicali: http://www.festivalespatagonia.com.ar/festivales.php.

foto Dania Ceragioli e Diego Yani

Testi, teatro e tanto tango
La maggioranza degli abitanti di Buenos Aires però rimane in città, che non coincide affatto con l'annoiarsi e trascinarsi da un bar all'altro alla ricerca dell'aria condizionata (la temperatura supera i 40 gradi): al contrario, la capitale offre tanti diversivi per passare l'estate.
Uno dei più interessanti è sicuramente la “Noche de los libros” (http://opcionlibros.mdebuenosaires.gov.ar), quando avenida Corrientes, una delle principali arterie della città, è chiusa al traffico e si riempie di sedie, divani e tavoli dove i passanti possono fermarsi a leggere e discutere di letteratura. Le numerosissime librerie della via rimangono aperte fino a tarda notte. Le notti bianche sono un'usanza molto diffusa e coinvolgono anche i musei, che dopo il tramonto rimangono aperti e a entrata libera. L'estate è anche il tempo dei festival, come quello del tango, una delle ragioni per cui l'Argentina, e in particolare Buenos Aires, è conosciuta in tutto il mondo. Il “Festival Internacional de Tango” dura un mese e raduna ballerini da tutto il mondo.

Un altro amore dei porteños è il teatro. A gennaio, in piena estate, si tiene il festival “Teatro en la plazas”, con spettacoli gratuiti nelle piazze cittadine. La scena è da sempre una delle attrattive della città ed è un settore in continua crescita: ogni sabato a Buenos Aires è possibile scegliere tra più di trecento spettacoli di generi differenti, la maggioranza di autori argentini. Le sale sono piene, non solo quelle dei grandi teatri della centralissima avenida Corrientes, ma anche quelle di piccoli spazi indipendenti, centri culturali e angoli delle strade, trasformati per qualche ora in veri e propri scenari. «Non sappiamo quante sale ci sono in città - spiega Roberto Tito Cossa, uno dei drammaturghi più conosciuti - spesso si tratta di cooperative che trovano uno spazio in affitto per gli spettacoli. Il fenomeno è una peculiarità di Buenos Aires più di qualsiasi altra città del mondo». Forse Buenos Aires non farà lo stesso effetto su tutti i visitatori, per ciascuno avrà un fascino differente, ma di certo qualcuno condividerà il pensiero di Goyeneche detto Polaco e, sulle onde dello struggente tango Lejos de Buenos Aires, anch'egli vorrà tornare.


Ludovica Scaletti è giornalista praticante. Studia alla Scuola Superiore di Giornalismo dell'ateneo di Bologna

Igor Vazzaz, toscano di origine friulana, si occupa a vario titolo di teatro, tv, musica (come cantante e autore), satira, cultura, collaborando con l'Università di Pisa e varie testate.
www.igorvazzaz.blogspot.com, www.myspace.com/tarantola31




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