Il periodico
Dopo una laboriosa (e avventurosa) preparazione, a ottobre 2009 esce il
numero zero di www.possibilia.eu periodico online per curiosi. Una realizzazione
che riflette l'orizzonte libero e senza preconcetti della nostra linea editoriale.
Da subito, un gruppo di autori aderisce al progetto, alcuni dei quali formano
il nucleo redazionale più stabile.
Possibilia si non si propone di fare informazione in senso stretto: tante
altre testate più veloci e attrezzate ricoprono già questo ruolo. La nostra
rivista desidera offrire ai suoi lettori contenuti insoliti, dando diritto
di cittadinanza a temi o chiavi di lettura spesso trascurati o snobbati.
Un periodico generalista a 360 gradi? Solo in parte. Possibilia non funziona
per compartimenti tematici, ma per modalità di approccio alla materia. Accoglie
così una sezione per Dilettarsi, una per Pensare e una per Sorridere. Si
aggiungono una sezione di News - la sezione “d'attualità” della testata
- e una sezione destinata ai Pubbliredazionali, con lo scrupolo di mantenere
eticamente distinti contenuti commerciali e redazionali, valorizzando così
entrambi.
Con la nuova versione della rivista, inaugurata nel 2012, abbiamo deciso
di aggiungere una sezione (le Rubrilie) dedicata alle nostre passioni: il
vino, il rugby e il viaggio.
Contatta la redazione: redazione@possibilia.eu
I libri
Nel 2010, gli esiti incoraggianti della rivista e il desiderio di ampliare
il progetto editoriale dànno vita alla parte cartacea della nostra attività.
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foto di Paolo Tedeschi |
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Benelux 1:
l’Olanda che amo L’uomo
al centro Bellezza senza peccato:
Amsterdam che va in bicicletta. di
Paolo Tedeschi |
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1. Amsterdam è una città che ama mostrarsi. Le acque dei canali la
riflettono come uno specchio nelle sue luci e forme. Di notte, gli
archi illuminati dei ponti che attraversano i corsi d’acqua si trasformano
in perfette geometrie ellittiche. Di giorno, le vie fluviali sono
il palco da cui osservare dal basso, oltre alle case galleggianti,
le architetture con edifici inclinati, talvolta francamente storti.
Nelle giornate assolate la luminosità è abbagliante.
2. Amsterdam sa mostrarsi con sobrietà. Le finestre degli edifici
non nascondono la vita privata con tapparelle o tendoni scuri; non
oscurano gli arredamenti e gli interni privati. Nemmeno la spudorata
bellezza di una prostituta in posa. Agli sguardi dei turisti, dietro
le trasparenze dei vetri, sale e cucine mostrano una parte intima
della città, che sembra arredare anche quella pubblica, in una sorta
di compenetrazione. All’interno di una chiesa storica, la Nieuwe Kerk
di piazza Dam, dove sono stati incoronati re e regine d’Olanda, una
scritta in diverse lingue precisa che l’edificio sacro è il proseguimento
al coperto della piazza stessa. Le case e i negozi “chiusi/ aperti”
evocano questo stesso senso di appartenenza alla comunità.
Camminando tra canali da un lato e “case storte” dall’altro - senza
dover fare la gimcana tra macchine in sosta “selvaggia” - il nostro
indiscreto sguardo latino non può fingere di ignorare le persone nei
loro appartamenti arredati in stile nordico. La luce calda di una
candela illumina quasi sempre la dolcezza di un’atmosfera intima.
Ma i protagonisti nel Paese dei mulini a vento restano sempre loro:
i fiori.
3. Il fiore, anche in questo clima rigido, splende dietro una finestra,
intenso e composto, sobrio ed elegante. Si nutre della luce proveniente
dall’esterno e restituisce la sua naturale bellezza alla città che
gli sta di fronte. Fuori. Un po’ come le prostitute in vetrina che
propongono calore e benessere ai clienti, ma al tempo stesso sensualità
mista a turbamento ai passanti.
4. Amsterdam è bella. Come ogni grande città - non città grande -
è piena di contraddizioni. Ma alcuni indicatori del benessere diffuso
sono inconfutabili. I chilometri di piste ciclabili e l’uso della
bicicletta sono da primato mondiale. Chiunque, a qualunque ora del
giorno o della notte, pedala. Va o ritorna su due ruote. Dalle coppie
di giovani, agli anziani, alle famiglie. Le ciclabili non sono motivo
di vanto o slogan politico, ma una vera necessità, come i necessari
parcheggi. 5. Le auto inquinano, stressano, sono pericolose e brutte.
Soprattutto in prossimità di scorci da fotografare. Rovinano l’armonia
dell’ambiente. Odiose sono le vetture in terza fila fuori dalle scuole
in attesa di prelevare i bimbi. Ad Amsterdam le mamme che attendono
i figli all’uscita, li riaccompagnano a casa in bici, su due o tre
ruote. Poco curanti del freddo, perché basta coprirsi. Poco curanti
del pericolo, perché ci sono le piste ciclabili. Poco curanti di accaldarsi,
perché se arrossiscono vuol dire che sono vive.
6. Il mercato dei fiori è una tappa irrinunciabile per chi visita
la città. A poche fermate di tram da piazza Dam ci si ritrova in una
via affollata di negozi, per metà su palafitta, che vendono semi e
bulbi di ogni genere. I tulipani sono di varietà infinite. Ma anche
gli amarillis sono di svariati colori. L’ordine e la cura con cui
sono esposti fanno concorrenza al famoso mercato della frutta di Barcellona.
7. Al mercato dei fiori si trovano anche semi di marijuana a buon
mercato. Nel Paese che ha legalizzato le droghe leggere, ognuno può
creare la propria coltivazione privata. Probabilmente non si stronca
la mafia o il commercio di sostanze stupefacenti in questo modo, ma
allo stesso tempo non lo si favorisce. In Italia si beve il caffè
corretto, in Olanda si correggono le sigarette. Questione di abitudini.
Tra le stranezze che offre Amsterdam, anche il museo della marijuana.
Vi si spiega che anche la regina madre d’Inghilterra faceva uso di
cannabis per lenire i dolori mestruali. Ovviamente, non è questo il
motivo per cui è legalizzata in Olanda. |
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8. L’amore, il sesso due modi diversi per definire la stessa cosa
non sono un tabù. Viverlo serenamente come quella cosa bella che
è, può anche aiutare a vivere meglio. Allora i preservativi si distribuiscono
in ogni locale cittadino. I negozi che li vendono sono disseminati
in modo capillare. Ma trovare profilattici nei pub non è il segno
distintivo della città. Sei ad Amsterdam quando alle spalle di questo
negozio trovi un intero “quartiere a luci rosse”. All’interno di ogni
edificio, dietro le vetrate, alcune di due piani, le prostitute mostrano
le proprie grazie. Quando sono impegnate, i tendoni rossi spesso proteggono
gli interni. Quando attendono i clienti, posano come le sirene di
Ulisse di fronte al vetro. Anche questa è una questione di cultura.
Qui sono protette dietro il vetro di un edificio, in Italia, a volte,
dietro il vetro in un televisore. Realtà e finzione. Essere e apparire.
Nel cuore di questi vicoli illuminati da neon rossi c’è un’incantevole
chiesetta di pietra. Le due realtà - Fabrizio De André le chiamava
«l’amore sacro e l’amor profano» - convivono da tempo. Così come gli
altri luoghi di culto sparsi nella zona. C’è chi prega e c’è chi paga
una prostituta per una prestazione sessuale. Nessuno dei due prevarica
sull’altro. Solo in una società educata e rispettosa può esistere
quella che chiamiamo convivenza. Al centro di questa società c’è l’uomo
con i suoi pregi e difetti, vizi e virtù. In Olanda sembrerebbe quasi
che non si lotti per ottenere dei diritti: al centro di questa società
c’è l’uomo, non il peccato.
9. Nel quartiere Jordaan si respira un’aria da libro Cuore.
Botteghe, negozi e graziosi localini immobili nel tempo. Il ritmo
della metropoli non appartiene a questa città. Il clima sereno dei
bar e dei pub invoglia a fermarsi, ordinare da bere e prendersi il
tempo necessario per consumare. Sei a casa. Puoi leggere o lavorare,
studiare o chiacchierare. Un luogo per tutti, non riservato a una
clientela ristretta, ma a chi sa godere delle piccole cose: quelle
che si inseguono fuggendo via nei fine settimana, senza accorgersi
di averle a portata di mano, sottocasa. Ad Amsterdam.
10. La città non vive di vita propria, ma è il frutto delle persone
che la abitano. Ecco perché si conferisce grande importanza all’educazione
dei bambini: un giorno saranno loro, ma forse lo sono già, i protagonisti
del Paese. E le bici, ancora una volta, sono uno strumento di crescita,
favorendo l’acquisizione di importanti autonomie. Numerosi ciclisti
vendono nelle loro botteghe biciclettine senza pedali che hanno grande
diffusione. I bimbi fanno movimento, imparano l’equilibrio e non avranno
mai bisogno delle rotelline per non cadere. Crescono. Le piccole bici
sono di legno, suggestione di famigliarità con questo materiale ecologico.
11. Amsterdam non appare, Amsterdam è. Da visitare. Paolo
Tedeschi, sestese classe 1975. Diplomato in Comunicazioni visive
e laureato in Lettere moderne. Educatore professionale, giornalista
pubblicista, collabora con La Gazzetta di Sesto e Il Diario del
Nordmilano |
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