di Samuel Cogliati Gorlier

• Parigi, 1° Maggio 2023 •

Alcune forze d’opposizione avevano chiamato i francesi a regalare al presidente Emmanuel Macron uno “tsunami” di piazza, lunedì 1° Maggio 2023. Si può dire che siano state ascoltate, nonostante la pioggia. 

Secondo la CGT, uno dei maggiori sindacati d’Oltralpe, 2,3 milioni cittadine e cittadini (circa dieci volte più dell’anno scorso) sono tornati a manifestare in tutto il paese, di cui 550mila solo a Parigi (il ministero degli Interni controbatte 782mila in Francia e 112mila nella capitale). 

Una protesta che esula ormai chiaramente dalla questione della riforma delle pensioni (portate da 62 a 64 anni di età minima), e persino dal cosiddetto “49.3“, il dispositivo costituzionale che ha consentito alla maggioranza di governo di varare questa spinosa operazione legislativa senza un voto parlamentare nel merito (ma ponendo la fiducia).

Per le strade della capitale hanno sfilato due cortei, partiti entrambi dalla iconica place de la République per raggiungere, seguendo percorsi diversi, la place de la Nation. Una manifestazione che preoccupava per i possibili incidenti provocati dalle frange facinorose – ultraminoritarie ma molto visibili – e che invece si è svolta complessivamente in un’atmosfera festosa e pacifica. Qualche tafferuglio (53 fermi, secondo la polizia, che ha dispiegato per la prima volta persino i droni, non senza polemiche) e alcuni atti di vandalismo, ma assai meno di quanto temuto. 

Ciò che colpiva, per le strade degli 11° e 12° arrondissements, era la multiformità e la varietà del “popolo del 1° Maggio”. In piazza ovviamente i sindacati – CGT, CFDT, CFE-CGC, SUD, ecc. – e i partiti della sinistra parlamentare e non (France Insoumise, Verdi, Socialisti, Comunisti, NPA, Lutte Ouvrière…) ma anche una moltitudine di soggetti civici che raccoglievano donne e uomini di tutte le età, di tutte le etnie ed estrazioni. I lavoratori dell’Opéra, il Syndicat des Avocats de France, le organizzazioni LGBT+,  rappresentanze latino-americane, cingalesi, magrebine, iraniane… 

Infine, molta fantasia negli slogan e nei cartelli, spesso incentrati sul rifiuto del capo dello Stato, ma altrettanto spesso coloriti da giochi di parole e vignette goliardici, sfrontati e irriverenti. 

La protesta dei francesi (in protesta già da fine gennaio) si è ormai strutturata, ha superato la sua origine congiunturale e si configura come un rigetto del sistema neoliberista, consumistico e sempre più inegualitario, che per molti di loro cozza con (ciò che rimane di) uno stato sociale un tempo invidiabile e invidiato, oggi brutalmente alle prese con un contesto globalizzato che ha preso tutt’altra direzione.
Questa protesta resisterà? otterrà risultati tangibili? o si dissolverà nello sconforto e nella rassegnazione? • 

cogliati@possibiliaeditore.eu

 


GALLERIA: il 1° Maggio 2023 a Parigi (foto e video © Samuel Cogliati Gorlier)